Finalmente la verità sul “caso Napoli”, sull’immondizia per le strade della Campania, sugli affari della camorra, sui termovalorizzatori che non ci sono, sul salutare slalom dei cittadini tra i rifiuti, sulla raccolta differenziata che non c’è. Finalmente la verità, che dovrà tappare la bocca alle bieche strumentalizzazioni dell’opposizione. Lo sapevamo anche noi, ma ora facciamo ammenda: è un complotto della Cia.
Grazie, dunque, a Rosa Russo Iervolino. Il sindaco di Napoli, con la sua voce squillante, è indignata con gli “amerikani” e pretende le scuse. Perché sul sito dell’ambasciata è comparso (e compare tuttora) un invito ai turisti Usa a stare in guardia.
Come si sono permessi di dire che le tonnellate di rifiuti nelle strade possono far male alla salute? Che la “munnezza” in fiamme provoca miasmi non propriamente benefici per i polmoni? Che i blocchi stradali di protesta non sono soltanto folklore?
Rosa Russo Iervolino, al pari del suo degno compare Bassolino, non chiede scusa ai napoletani, all’Italia, al mondo intero. No, le scuse le pretende lei. Ha ragione. Il complotto si era ben delineato già dal giorno in cui il Wall Street Journal aveva pubblicato, in prima pagina, una foto dei rifiuti in strada. Una composizione artistica (la classica “arte povera”) spacciata per realtà.
A dimostrarlo, contro le perfide insinuazioni della Cia, l’iniziativa in quel di Calandrino, paese dell’hinterland, di uno spazio espositivo dove ogni cittadino viene invitato a depositare il suo sacchetto, al fine – si legge nell’invito - di “custodire e valorizzare il tuo rifiuto”.
Che l’ambasciata, dunque, chieda scusa. E soprattutto, invece di creare facili allarmismi, sostituisca questi ignobili consigli ai turisti con la raccomandazione a visitare, invece di Capodimonte, il nuovo “museo della munnezza”. L’ultima realizzazione artistica della premiata ditta Bassolino-Iervolino. Le mascherine di protezione sono gratis.