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 I COSTI DELLA POLITICA: TANTO FUMO E NIENTE ARROSTO Data: 15/07/2007
Appertiene alla sezione: [ Politica ]
C’È UN fiorire di proposte per ridurre i costi della politica. Dopo tanto letargo, è un indicatore positivo. In attesa che il Governo faccia conoscere le sue determinazioni, le dichiarazioni e le iniziative si susseguono. L’idea di una costituente che riduca il numero dei parlamentari e che istituisca un’autorità indipendente (l’ennesima) per regolare l’attività politica, potrebbe essere buona, se non fosse assolutamente irrealistica. Un Parlamento che riesce ad approvare con fatica solo qualche legge ordinaria, potrebbe riuscire a compiere interventi di tale portata strutturale? Statisticamente, è più probabile un 6 milionario al superenalotto.
Dal canto suo il ministro Santagata, incaricato di studiare il provvedimento del governo sui tagli, ha già incontrato i mugugni degli enti locali perché i privilegi maggiori, quelli dei parlamentari e dei consiglieri regionali, sono destinati a restare intonsi. Non ci voleva tanto a capirlo. Soprattutto con cambiamenti affidati al buon cuore degli stessi beneficiari. L’Associazione dei Comuni ha proposto la riduzione del numero dei componenti delle assemblee elettive, la limitazione dei compensi compresi quelli dei dirigenti e leliminaizone di alcuni enti intermedi. Tra questi anche le comunità montane? Per abolirle basterebbe un tratto di penna, ma nessuno ha il coraggio di farlo. Che strano. Sarebbe però spiacevole constatare che il piano del governo sui costi della politica si limitasse a pure dichiarazioni di intenti, tanto per “far passare la nottata”. Sui giornali abbiamo letto intenzioni interessanti, tra cui una salutare riduzione dei ministeri. Ma a partire da quando? Dal 2016, come la diminuzione dei parlamentari nella revisione costituzionale del centrodestra? E il governo più pletorico della storia della Repubblica rimarrà indenne da queste sforbiciate? Leggiamo poi di una non meglio definita «revisione totale dei privilegi dei deputati». Chissà se oltre alla cancelleria e al mobilio, si parlerà delle cose sostanziali: la tassazione soft degli emolumenti e il privilegio inaccettabile delle pensioni, che costano ogni anno ai contribuenti italiani oltre 170 milioni di euro.

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