Intervento di Raffaele Fitto, coordinatore regionale di Forza Italia e responsabile delle poltiche per il Mezzogiorno di Forza Italia pubblicato su "La Gazzetta del Mezzogiorno del 1° agosto"
La Camera dei Deputati ha approvato il DPEF 2008 – 2011, un libro di sogni e promesse, reso leggermente più corposo, nel capitolo delle promesse, da una risoluzione dell’Unione approvata sia al Senato sia alla Camera. Il solo fatto che tutti i partiti della maggioranza abbiano ritenuto necessario allegare una risoluzione al Documento di Programmazione Economica e Finanziaria del loro Governo, in carica ormai da un anno e mezzo, di per sé dimostra l’inconsistenza del DPEF, ennesimo atto di viltà di un Governo che non può permettersi di dire nulla di certo e definito né di assumere alcun impegno concreto perché appena lo fa viene scaricato dalla metà dei ministri.
Un’inconsistenza, quella del DPEF, che vista da Sud diventa inesistenza. E conferma la disattenzione di questo Governo per il Mezzogiorno.
Era il 31 dicembre del 2006 quando il direttore Patruno, in seguito alla conferenza stampa di fine anno del Presidente del Consiglio, titolava in prima pagina su questo giornale: “Conferma, il Sud non esiste" facendo notare come in un’ora e mezza il Presidente Prodi non avesse mai citato il Mezzogiorno e, dietro sollecitazione, si fosse limitato a liquidare la questione promettendo che il suo Governo avrebbe aiutato il Sud “a diventare grande attracco nel Mediterraneo per intercettare non solo le merci, ma anche gli investimenti di Cina e India". Proponimento che, manco a dirlo, ritroviamo pari pari nella risoluzione dell’Unione allegata al DPEF di quest’anno: “sviluppare le attrezzature materiali e immateriali per fare diventare il Mezzogiorno piattaforma di interconnessione economica e culturale tra Europa, Asia ed Africa".
Le promesse sono sempre le stesse, ripetute con sempre minore enfasi, quasi come un obbligo.
A farci disperare sulla loro conferma in Finanziaria e, quindi, sulla loro futura realizzazione non è un pregiudizio politico, ma precedenti specifici.
Anche l’anno scorso il DPEF era un bel libro dei sogni, anche l’anno scorso presentava le stesse carenze: non c’era e non c’è alcuna indicazione su come reperire le risorse destinate al Sud, non c’era e non c’è nessun accenno alle risorse del Fondo Aree Sottoutilizzate, ma solo la ripetizione degli obblighi di cofinanziamento dei fondi comunitari. L’anno scorso le promesse del DPEF si tradussero in Finanziaria nei seguenti fatti: taglio del FAS di oltre la metà rispetto a quello stanziato dal Governo Berlusconi negli anni precedenti; stanziamento di appena 50 milioni di euro per la creazione di 15 zone franche in tutto il Mezzogiorno che, ovviamente, non sono mai neanche riuscite a partire nonostante in un primo momento il Governo avesse dato una gran fretta alle Regioni scatenando una vera guerra tra poveri; solo briciole per le infrastrutture al Sud, tanto da indurre il ministro Di Pietro a maggio scorso a dire che mancavano 160 miliardi di euro.
In più, sul DPEF di quest’anno pesa la spada di Damocle della formula “compatibilmente con le risorse finanziarie disponibili", inserita nei capitoli fondamentali, ossia sviluppo, crescita, riforme, welfare, competitività, innovazione. Suona strano che un Governo in carica ormai da un anno e mezzo e che ha elevato senza averne bisogno la pressione fiscale, che sta godendo dei risultati positivi delle politiche economiche attuate dal Governo Berlusconi, che si è ritrovato con una crescita media superiore rispetto a quella ereditata in precedenza e con la quale comunque noi avevamo diminuito la pressione fiscale, oggi non riesca a programmare con certezza gli interventi previsti per ogni capitolo e che poi andranno attuati in Finanziaria.
Suona strano anche che questo Governo abbia il coraggio di approvare un DPEF nel quale sostanzialmente boccia la sua stessa politica economica, prevedendo che il trend dello sviluppo scenderà dal 2% del 2007 all’1,7% del 2009.
Ma, del resto, è la stessa maggioranza di centrosinistra a non credere più alle promesse del Governo Prodi, posto che la frase – chiave della risoluzione dell’Unione nel capitolo relativo al Mezzogiorno è: “La Camera impegna il Governo a garantire il rispetto degli impegni di spesa previsti dal DPEF", e ancora “ad assicurare efficacia agli strumenti di politica industriale e agli interventi strategici previsti dalla Finanziaria del 2007". Noi ci batteremo in Parlamento perché nella prossima Finanziaria ci siano almeno tre misure imprescindibili per l’economia del Mezzogiorno: certezza di tempi e procedure per l’erogazione del credito d’imposta; criteri certi e maggiori risorse per le zone franche; aumento del Fas rispetto all’anno scorso.
Perché leggendo il DPEF, sembra che resti anche quest’anno al palo il documento consegnato l’anno scorso a Prodi dai Presidenti delle Regioni del Sud; restano completamente fuori le questioni relative alla riforma del sistema pensionistico e quella ancor più esplosiva del federalismo fiscale che rischia di mettere in ginocchio le Regioni del Sud riproponendo i tragici effetti del Decreto 56 del 2000 finora sospesi. Resta fuori, insomma, il Sud.
Ma, evidentemente, le emergenze di questi mesi, dall’acqua agli incendi, dalla sanità all’energia ai trasporti, non bastano per ricordare al Governo Prodi che il Sud esiste.
on. Raffaele Fitto