Sullo scottante problema della sicurezza negli stadi pubblichiamo un editoriale di Vittorio Feltri
Dài che vi conosciamo, amici della politica politicante. Adesso, sull’onda della commozione generale, siete animati da mille buoni propositi e minacciate regole ferree per domare le belve del calcio. Tra un po’, farete spallucce e tirerete a campare confidando nello stellone italiano. È sempre stato così e non ci illudiamo possa mutare qualcosa: la maggioranza di centrosinistra è piena di ultras, come del resto l’opposizione.
Per cambiare registro ci vorrebbe la Thatcher, che impose la mordacchia agli hooligans; e non basterebbe neppure lei. Al posto dei nostri compatrioti ci vorrebbero gli inglesi, gente che rispetta le istituzioni e che ne viene rispettata. Provate a sfiorare un bobby a Londra: finite dritti in carcere. Qui ai poliziotti sputano in faccia gratis. A forza di dàgli all’agente, i tutori dell’ordine sono diventati il bersaglio preferito dei delinquenti. A Napoli, se muore in un conflitto a fuoco un rapinatore, al momento del funerale la folla si scaglia contro chi lo ha ucciso facendo il proprio dovere.
Il calcio è uno specchio che ingigantisce la realtà sociale e ne esaspera le contraddizioni. Bisognerebbe essere intolleranti con chi sgarra. Invece, nella pratica, prevalgono il buonismo e il giustificazionismo. Così non si va lontano. Leggi molto dure, come la situazione richiederebbe, sarebbero subito bocciate dalla Corte Costituzionale; se passassero, nessuno le osserverebbe, perché nessuno le applicherebbe. Insomma chi sbaglia non è mai sanzionato in modo congruo. Sicché si ricomincia da capo a delinquere, incoraggiati dall’impunità.
Troppi anni di lassismo hanno alimentato la mentalità secondo la quale i disadattati, gli emarginati (specialmente se giovani), i teppisti, gli spacciatorelli e i drogatelli, i violenti e i mariuoli vanno capiti, mai puniti, trattati coi guanti bianchi perché sostanzialmente incolpevoli. Già, la colpa è sempre degli altri. Della scuola, del degrado, della miseria materiale e morale, dell’ambiente, delle amicizie pericolose. Pur di giustificarli se ne inventa una al giorno. La polizia arresta, i magistrati liberano, non perché siano fessi, bensì perché questo è l’andazzo, questo è il codice. Nessuno muove un dito e vince lo scaricabarile. Non tocca a me, tocca a te, no tocca a lui. A me?
Figuriamoci se – dato il clima dominante – il governo Prodi è in grado di risolvere il problema degli stadi e di certa marmaglia che li frequenta allo scopo di sfogare le proprie frustrazioni, fregandosene dello spettacolo e cercando solo lo spunto per menare le mani contro gli uomini in divisa. Matarrese è stato messo sotto accusa soltanto perché in una dichiarazione cruda ha osato fotografare la scena cui assistiamo da un quarto di secolo. Ha detto che fermare il calcio significa tagliare le gambe a un corpo con la testa malata. E ha ragione da vendere. La legge Pisanu è rimasta lettera morta? Come mai ce ne accorgiamo solo ora? Chi doveva controllare e non ha controllato? Si identifichino i responsabili e si buttino fuori. Ci sono di mezzo enormi interessi televisivi legati ai diritti delle partite? Non importa. Fissiamo un termine entro il quale adattarsi alle norme. Alla scadenza, gli inadempienti siano estromessi dal campionato. Occorrono molti quattrini per adeguare le strutture? Si riducano gli stipendi ai calciatori, si riduca il numero dei campioni strapagati. I fuoriclasse andranno a giocare all’estero? Vadano dove credono, anche al diavolo.
Non conta scrivere una regola, ma realizzarne lo spirito. E la polizia sia posta in condizione di realizzare il proprio lavoro. Qualcuno griderà alla repressione. Pazienza. Senza repressione, ovvio, trionfano i criminali, Il governo di centro sinistra è capace di assumere atteggiamenti inflessibili? Non scherziamo. Semmai è capace di dare addosso ai benzinai, agli edicolanti, ai tassisti, ai farmacisti eccetera, i quali parlano parlano però sono persone per bene e non combinano guai; non penso invece sia attrezzato politicamente per contrastare i delinquenti, parecchi dei quali oltre a picchiare durante le partite, picchiano di brutto in occasione di manifestazioni e cortei organizzati da antagonisti e disubbidienti vari (quasi sempre rossi).
Infatti i ministri Amato e Melandri hanno scelto l’unica scappatoia consentita a un esecutivo debole: negli impianti non idonei, si giocherà a porte chiuse. Risultato. Anziché perseguire i criminali, si penalizzano i cittadini corretti inibendo loro l’ingresso alle tribune. Pazzesco.
Intendiamoci. La linea prodiana è comunque preferibile a nulla. Tuttavia la questione principale non è nemmeno stata affrontata: il ruolo delle Forze dell’Ordine, ancora impossibilitate ad affrontare con efficacia i violenti. Il poliziotto resta carne da macello: paghe ridicole ( 1.200 euro in media ) pochi mezzi per difendersi e difendere gli spettatori, dignità calpestata. Non ci siamo. Gli agenti, in caso di tafferuglio, saranno costretti ancora a prenderle. È serio?
di Vittorio Feltri
(da “Libero”, 06 Febbraio 2007)