Forza Italia Giovani ha aderito alla manifestazione “Marcia per la tua pensione” e sarà in piazza sabato 22 settembre a Roma per svelare il vero contenuto del protocollo su lavoro dopo che la sinistra ha negato ai giovani il diritto alla pensione.
Saranno i giovani con contratti atipici a pagare gli aumenti delle pensioni attraverso la sconsiderata stangata contributiva realizzata dal governo Prodi. I giovani, specialmente quelli che hanno redditi discontinui e particolarmente esposti al rischio di disoccupazione, sono stati imbrogliati: pagheranno contributi elevati ma riceveranno prestazioni previdenziali da fame. Più che del “migliore protocollo” si tratta del peggiore imbroglio che i giovani abbiano mai subito.

La protesta di piazza di sabato prossimo nasce proprio per denunciare questo imbroglio, per denunciare che il governo è riuscito a far fare al nostro Paese un passo indietro di 10 anni sul fronte previdenziale. Con l’intento tutto ideologico di voler cancellare la riforma Maroni, contemporaneamente è stata colpita anche la riforma Dini, facendo venire meno il principio secondo il quale c’è piena corrispondenza tra quanto versato in termini di contributi e quanto si riceverà in termini di pensione.

Sul fronte del lavoro, invece, si vuole modificare la legge Biagi colpendo il cuore della legge Treu, infierendo sui contratti a tempo determinato e disincentivando il lavoro flessibile aumentandone il costo. E a pagare il prezzo di questo “controriformismo” saranno soprattutto le giovani generazioni.

Le previsioni dell’Inps, comprendendo i soli aumenti delle aliquote contributive contenuti in Finanziaria, parlano chiaro: alla diminuzione del numero dei collaboratori a progetto non corrisponderà il relativo aumento dei lavoratori a tempo indeterminato. I giovani passano dal precariato ad una situazione peggiore costituita da lavoro nero e disoccupazione.
La sinistra dunque inganna i lavoratori, specialmente se giovani e precari. Non si stanziano risorse ma si ricorre al metodo dell’autotassazione attraverso il progressivo aumento dei contributi per i contratti a termine, a progetto e part-time. I giovani con contratto a progetto, inoltre, sono l’unica categoria sociale che paga tutto e riceve solo in parte. Per la pensione paga il 100% e riceverà forse il 60%; attraverso le stangate contributive ai giovani vengono sottratti in 3 anni circa 5 miliardi (oltre 1 miliardo con gli aumenti in Finanziaria e 3,6 con il recente protocollo) e in cambio il Governo Prodi nel nuovo protocollo promette un modesto fondo triennale di circa 150 milioni per accedere a prestiti agevolati e un fondo di 2 miliardi spalmato su dieci anni per la totalizzazione, riscatto laurea e contributi figurativi. Insomma è un imbroglio: quelle poche risorse che il governo stanzia, i giovani le pagano ben 3 volte.
Saremo gli unici in Europa a non ricevere una pensione pubblica e a non possedere gli strumenti necessari per avviare una previdenza complementare.

Se davvero gli aumenti delle aliquote contributive (passate dal 18,2% al 23,5%), sono pensati per garantire un futuro pensionistico alle giovani generazioni, il ministro Damiano dovrebbe prendere in considerazione la proposta dei giovani di Forza Italia e permettere ai giovani lavoratori di destinare volontariamente una percentuale degli aumenti a forme di previdenza complementare. Dato che, nonostante i nuovi occupati maturino un montante contributivo che copre l’intero periodo di pensionamento, la previdenza pubblica non può garantire pensioni dignitose, non si neghi quindi ai parasubordinati la possibilità di “autogestire” i contributi e di costruirsi così una pensione alternativa; si risolverebbe tra l’altro anche la questione del Tfr.
Forza Italia Giovani porterà la proposta tra i lavoratori, in modo particolare tra quelli impiegati nei call center, cercando una sponda anche tra quei sindacalisti, magari i più giovani, che vivono e comprendono la realtà delle nuove generazioni.