Nelle ultime tre settimane, il ritorno al nucleare ha ricevuto il "si" di tutti i massimi esponenti del'energia italiana. Il 20 agosto è stato Giuliano Zuccoli, capo dell'Azienda energetica milanese, ad afframre che occorre "diffondere la cultura del nucleare". Poi è stata la volta dii Paolo Scaroni, amministratore delegato dell'Eni, a pronunciarsi a favore del ritorno alla produzione dell'energia nucleare. Subito dopo è stato l'amministratore delegato dell'Enel, Fulvio Conti, a dichiarare che la rinuncia alla nucleare è costata all'Italia 200 miliardi di euro (moltiplicate, se vi riesce, questo importo per 1936.27 per vedere a quanto ammonta la perdita...) e che "è ora di ripensarci". Infine è stato l'amministratore delegato di Edison, Umberto Quadrino, a dichiarare che "sarebbe meglio riprendere la strada del nucleare". Come vedete, il fior fiore della dirigenza delle più grandi aziende che produciono emergia, si è dichiarato a favore del ritorno al nucleare,perchè quella nucleare non solo ricca ma anche pulita. E la politica? Già, la politica, che dice sull'argomento? Nonostante la consueta logorroicità dei politici italiani, nessuno che dopo le dichiarazioni che abbbiamo riportato si sia preoccuapto di dire la sua in materia. Anche Veltroni, che da un paio di mesi a questa parte parla anche sulle farfalle, si è lasciato scappare l'occaisone di dire la sua su un argomento e una probelamtica che investe l'intero sistema produttivo italiano e il sistema dei costi che da solo determina lo stallo dell'economia. Cosicchè si può ritenre che la "politica", già responsabile neglia anni 80 di un referendum taroccato con cui si pose l'alt alla costruzione di cenmtrali nucleari, continua a rifiutare il ricorso alla produzione di energia tramite l'atomo - unica fonte di energia pulita - a vantaggiodel petrolio (che assieme al carbone sono i maggiori responsabili dell'inquinamento del pianeta): grazie a questa anomalia, i petrolieri hanno trovato in Italia "l'america" e un business vergognoso, difeso in primo luogo dalla sinistra, sia moderata che giacobina, che tutela a spada tratta una fonte di energia altamente inquinante come il petrolio, peratlro soggetta a turbolenze di una offerta economica prigioniera di eventi non prevedibili. Nè inganna il ricorso alle fonti alternativa, solare, voltaico, eolico, giacchè queste fonti, ancorchè capaci di soddisfare le esigenze nazionali, talvolta nascondono altri businnes, più o meno discutibili, che prima o poi saranno smascherati. Ma sarà troppo tardi.