Nell'ex Birmania, da 45 anni sotto la più spietata delle dittature militari che essendo di ispirazione comunista non agita i sonni dei pacifisti di tutto il mondo, nè scuote le coscienze di tutti i Pannella del mondo, è iniziata la repressione spietata, simile a quella del 1988 quando migliaia di insorti, sopratutto giovani, furono massacrati dalle truppe di regime. Per ora si contano "solo" 5 morti, quattro monaci e un giornalista giapponese, ma la repressione della dittatura della rivolta che è capeggiata dai monaci buddisti non asserviti al regime, è appena cominciata. Nel frattempo si è fatta sentire la "voce" dell'ONU per invitare alla moderazione. L'ONU è ormai strumento solo di parole che vengono usate come sassi contro gli imperialisti americani e contro gli assassini israeliani, cioè contro i due paesi al mondo dove la democrazia non è semplice eservfizio di parole ma concreto metodo di governo e di vita. Quando si tratta di intervenire contro i paesi nei quali invece la democrazia è solo un simulacro, l'ONU usa il sistema della corota. Ciò è la conseguenza del fatto che nell'assembela delll'ONU sono preponderanti i Paesi nei quali spesso a governare sono dittature, di ogni genre e colore, ma pur sempre dittature. Il voto di queste nazioni la fa da padrone nei conflitti che insorgono in ogni parte del mondo, applicando il metodo del bastone nei confronti dei Paesi di antica e consolidata democrazia che proprio per questo si attengono alle risoluzioni dell'ONU, mentre usano il metdo della carota verso i Paesi i quali delle risoluzioni dell'ONU se bne infischiano altamente. Cme accadrà pountualmente nell'ex Birmania dove se il popolo birmano non riuscirà neppure questa volta ad avere la meglio sulla dittatura, sarà la dittatura nuovamente a prevalere con un nuovo devastante bagno di sangue. Al popolo dell'ex Birmania, ai monaci, alla voglia di democrazia di libertà che spira forte in quel lontano paese, va la solidarietà degli uomini lliberi dell'Occidente.