Vincenzo Visco si salva per un voto. La maggioranza respinge al senato la mozione unitaria della Cdl presentata contro il viceministro. I voti contrari sono stati 157 contro i 156 favorevoli. Decisiva, ancora una volta (anche per le sosrti del governo) la scelta di campo dei senatori a vita. La maggioranza è stata salvata dal voto contrario di due senatori a vita: Emilio Colombo e Rita Levi Montalcini. Ma, soprattutto, dall'astensione di Giulio Andreotti. Colombo e la Montalcini, tra l'altro sono arrivati in aula "compensando" le assenze dei senatori del centrosinistra Zuccherini (malato) e Turigliatto (in congedo). Il ministro Mastella arriva per il voto finale dopo aver saltato le prime votazioni perché impegnato nella registrazione della puntata di Porta a Porta. Il ministro ha però partecipato al voto finale, quando l'ordine del giorno presentato dal vicepresidente della Lega Roberto Calderoli è stato bocciato per due voti. Tant'é che l'esponente del Carroccio, incrociando il leader dell'Udeur gli avrebbe battuto un dito sul petto in segno di 'ammonizione': "Dovevi rimanere dove eri. Peccato che sei venuto. Con il tuo voto Visco si è salvato e il mio ordine del giorno non è passato".
Respinto anche l'ordine del giorno di Antonio Del Pennino (gruppo Pri-Mpa-Dca, all'opposizione) che chiedeva la revoca definitiva delle deleghe a Visco e il "taglio" della compagine governativa. I voti favorevoli sono stati 156, i contrari 154 ma anche in questo caso le quattro astensioni sono state determinanti nel cassare il documento. L'esito della votazione ha scatenato la bagarre in aula con il centrodestra che è insorto.
Seduta sospesa, striscioni di An contro Visco Il presidente Franco Marini ha dovuto sospendere la seduta dopo l'esposizione da parte di alcuni senatori di Alleanza nazionale di striscioni con scritto: "Visco, giù le mani dalla Guardia di Finanza". Già in apertura di seduta il dibattito era stato sospeso a causa della mancata presenza del numero legale della Cdl. Fra i banchi della maggioranza c'era infatti quasi il tutto esaurito, mentre tra quelli del centrodestra, che ha presentato una mozione unitaria più due della sola Lega e un odg del senatore Antonio Del Pennino, si aprivano vuoti vistosi. Tanto che Marini ha dovuto sospendere la seduta provocando dal centrosinistra ironici applausi contro la Cdl. Infine il Senato, sempre per un solo voto di differenza ha bocciato un ordine del giorno presentato dalla Lega contro il viceministro dell'Economia per le offese al popolo del Veneto. I no sono stati 156, i sì 154, e un astenuto: sempre il senatore a vita Giulio Andreotti.
La "difesa" fatta da Chiti A rappresentare il governo il ministro per i Rapporti con il Parlamento Vannino Chiti che ha annunciato il "parere contrario del governo su tutte le mozioni e gli ordini del giorno presentati". La delega sulla Gdf resta di competenza del ministro dell'Economia, Tommaso Padoa-Schioppa, ha quindi Chiti. Che ha ricordato come durante l'ultimo dibattito a palazzo Madama sulla vicenda nel giugno scorso, Padoa-Schioppa "per evitare tensioni che avrebbero potuto nuocere alla serenità degli equilibri istituzionali, avesse ritenuto di sospendere l'affidamento" a Visco della delega sulla Gdf. "Quella sospensione - ha aggiunto - è operante. Da allora la delega relativa alla Gdf è ritornata nelle mani del ministro dell'Economia e delle Finanze. E oggi niente cambia".
I documenti della Cdl Quattro i documenti presentati, tutti dell'opposizione, perché il centrosinistra non ne ha presentato alcuno. La mozione unitaria del centrodestra, firmata dai capigruppo Francesco D'Onofrio (Udc), Altero Matteoli (An), Renato Schifani (Fi), Mauro Cutrufo (Dca), Roberto Castelli (Lega), dal leader de La Destra, Storace e da altri senatori, chiede al governo di "trasformare in permanente la revoca al vice ministro Visco delle competenze relative alla Guardia di finanza" e di "invitare l'on. prof. Vincenzo Alfonso Visco a rassegnare le dimissioni da vice ministro dell'Economia e delle finanze". Nel suo ordine del giorno il leghista Roberto Calderoli ha chiesto di censurare la dichiarazione di Visco impegnando il viceministro a comportamenti conseguenti, anche per le affermazioni fatte in Veneto. "Ho cambiato completamente rotta - ha spiegato Calderoli- la battaglia rispetto al caso Speciale la lascio agli altri. Visco ha insultato, il 7 settembre scorso, il popolo veneto e quindi o chiede scusa o se ne deve andare". Tra i firmatari della mozione anche senatori di Forza Italia. Un'ulteriore mozione del Carroccio impegnava il governo "a mantenere in capo al ministro dell'Economia e delle finanze le competenze relative alla Guardia di finanza".