La pressione fiscale per i lavoratori autonomi arriva anche al 60%, mentre quella tributaria (fatta solo di imposte, tasse e tributi) supera in alcuni casi il 47%. È il risultato più significativo di un'indagine dell'ufficio studi della Cgia di Mestre sulla situazione fiscale di alcuni lavoratori autonomi, considerando tutte le tasse (locali e nazionali) e i contributi a carico. "Se fosse un film - sottolinea in una nota il segretario della Cgia, Giuseppe Bortolussi - il titolo potrebbe essere 'Pressioni e depressioni fiscali del lavoratore autonomo'. L'amara realtà, invece, non lascia scampo a nessuna finzione: le tasse sugli autonomi hanno ormai raggiunto livelli insopportabili".
I risultati complessivi della ricerca, evidenzia l'associazione degli artigiani di Mestre, "colpiscono", ma "lascia stupefatti" anche la mappatura dettagliata delle 'de-pressioni' nazionali analizzate". Un geometra - ad esempio - con un dipendente a carico, uno studio di 70 metri quadri e un reddito di 60mila euro, ha una pressione fiscale pari al 45% e una pressione tributaria del 35%. Un fruttivendolo senza dipendenti, invece, con un reddito 29mila euro e un negozio di 30 metri quadri, ha pressione fiscale superiore al 46% e tributaria oltre il 26%.
Le percentuali, continua la nota, non cambiano molto per i pasticceri con un dipendente e reddito di 35mila euro: la pressione di tasse e tributi sfiora il 48%, quella delle tasse supera il 28%. Va un po' meglio agli idraulici: una ditta individuale senza collaboratori, senza una sede fissa e con un reddito di 30mila euro, "subisce" una pressione fiscale pari al 42,8% e una pressione tributaria pari al 23,3%.
Ma "le batoste più pesanti", evidenzia la Cgia, sono per le attività autonome con più dipendenti. Si arriva addirittura al 60% con un'azienda del settore dell'abbigliamento: è il caso di una società di persone, 2 soci e 15 lavoratori, che dichiara un reddito di 80mila euro (significativo anche il livello di pressione tributaria, 40,1%). Tuttavia, conclude l'associazione mestrina, il record della 'depressione da pressione' è nel settore della fabbricazione di motori elettrici: per una società di capitali con due soci e 18 dipendenti, con reddito dell'azienda di 10mila euro e 150mila euro di compensi per gli amministratori, la pressione fiscale è del 58,1% e la pressione tributaria al 47,4%.