Gli effetti positivi del nuovo Partito Democratico si potranno verificare appieno solo nel prossimo futuro. Nel presente il nuovo partito sconta i problemi derivanti da una laboriosa costruzione politica e organizzativa, non ancora stabile ed amalgamata. Ma soprattutto sconta la sfiducia che circonda il governo guidato da Prodi, che si riflette pesantemente sul nuovo schieramento appena nato. Veltroni ha assunto la difficile missione di indicare una nuova prospettiva politica capace anche di salvare l’attuale esperienza di governo della sinistra.
D’ora in avanti svolgerà il ruolo di capo del maggiore partito della coalizione di governo e al tempo stesso di leader candidato alle prossime elezioni politiche. Il tempo di Prodi perciò sta per terminare. Viste le condizioni in cui versa il governo, è assai probabile ipotizzare una prossima, neanche tanto lontana, implosione.
Le fortune del sindaco di Roma sono diametralmente opposte a quelle di Prodi: più si accentua la crisi del governo più Veltroni dovrà smarcarsi da esso e assumere una posizione sempre più critica e alternativa.
In aggiunta, la crisi del governo Prodi ha posto in evidenza l’impossibilità di prevedere nel futuro un governo stabile con l’estrema sinistra.
Veltroni e Rutelli lo hanno compreso e perciò puntano su una nuova legge elettorale che consenta al Partito Democratico di correre liberamente senza la necessità di allearsi nuovamente con la sinistra radicale.
Il fronte quindi delle future scelte politiche passa attraverso la scelta della legge elettorale, sia per lo schieramento di sinistra che per quello guidato da Berlusconi.