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 DALLA PARTE DI STORACE Data: 17/10/2007
Appertiene alla sezione: [ Politica ]
Non ci è mai stato particolarmente simpatico Storace, l'ex colonnello di Fini, ora segretario di una costoletta di A.N. chiamato LA DESTRA. Ma a rendercelo tale ci ha pensato Mastella, il ministro della giustizia, rigorosamente con iniziale minuscola in questo Paese che di maiuscolo ha ormai molto poco. Mastella, il caligola campano che ha nominato la propria moglie presidente del consiglio regionale della Campania, che ha infilato i suoi due eredi in tranquilli carrozzoni dell'ampio sottogoverno di questo Paese dei campanelli, uno dei quali addirittura nel ministero retto dall'odiatiassimo Di Pietro, il Mastella che s'è comprato un paio di appartamenti a prezzi stracciati nel centro di Roma, venduti da compiacenti enti di stato, proprio questo Mastella, questa mattina ha firmato l'autorizzazione alla Procura della Repubblica di Roma perchè proceda nei confronti di Storace, senatore dellla repubblica ( o del regno? ) per i reati di vilipendio e offesa al capo dello stato, cioè all'ex comunista on. Napolitano che avendo definito Storace "indegno" si è preso per risposta altrattanto insulto da parte di Storace. Para patta e pace, direbbero i bambini, ma non in questo Paese che non è il Paese di Pulcinella, sebbene Pulcinella sia napoletano, un pò come Mastella. In questo Paese dove fannulloni, delinquenti, criminali, ladri, mignotte, magnaccia, prolificano allegramente, in questo Paese dove la Magistratura libera l'indomani mattina i gaglioffi che i carabinieri e i poliziotti arrestano la sera, in questo Paese dove a ex galeotti per reati comuni è consentito fare i deputati e i segretari della Camera, in questo Paese dove la povertà aumenta in maniera esponenziale e ci sono anziani che rovistano nei cassonetti della spazzatura per trovare qualcosa da masticare, in questo Paese dove l'evasione fiscale, da sempre, è enorme, in questo Paese dove non si riescono ad applicare le leggi e nemmeno a farle rispettare, in questo Paese dove.....etc, etc, in questo Paese che è sempre più arduo scrivere con l'iniziale maiuscola tanto appare patrigno per la strangrande maggioranza degli italiani e benefattore per pochi, in questo paese il ministro della Giustizia che per settimane è stato sotto i riflettori delle aggressioni mediatiche che lo hanno seguito sino a New York, in questo paese questo stesso ministro della giustizia,per non correre il rischio di essere travolto da un' altra feroce aggressione, ripristina i reati di opinione a danno di un avversario politico, dal linguaggio salace ma che sino a prova contraria non è di certo un delinquente, e lo mette nelle mani della Procura che appare come quella che era in servizio nella russia sovietica. Ma non era finito con la caduta del Re il reato di lesa maestà? A noi così sembrava. Invece no. E' stato ripristinato per l'occasione per difendere l'onore del capo dello stato, l'ex comunista Napolitano. Si può dire che Napolitano è un ex comunista, di quelli che mai ebbero un tentennamento sino alla caduta dell'impero del male di reganiana memoria? Si può dire o si rischia di essere sottoposti a processo per vilipendio? Si può dire che Napolitano è lo stesso che non aprì bocca durante i giorni della rivoluzione ungherese, anzi l'aprì solo per esprimere solidarietà ma non agli insorti che venivano trucidati per le strade di Budapest ma agli invasori, a quelli che con i loro carri armati insanguinavano le strade della capitale magiara? Si può dire che Napolitano è lo stesso che non aprì bocca nei giorni della invasione cecoslovacca quando un certo Dubcek, capo del governo, fu portato in catene a Mosca dove fu umiliato, imprigionato, costretto a ridicole autocritiche che offendevano il mondo libero? Si può dire, o è reato, che Napolitano s'è "redento" dopo, molto dopo, quando già milioni di uomini, donne, ragazzi, avevano sofferto la schiavitù al di là della cortina di ferro? Si può dire, o anche questo è reato? E si può ricordare all'on. Mastella, ex democristiano, la gogna cui fu sottoposto il democristiano presidente della repubblica Giovanni Leoone, campano come lui, insigne giurista, per mesi e mesi alla fine degli anni 80, ad opera del partito comunista e della sua espressione giornalistica che era una certa Camilla Cederna, regina dei salotti milanesi dove spesso era ospite con un certo Mario Capanna, leader del movimento studentesco? Leone, la sua consorte, i suoi figli, dovettero subire una delle più ignobili campagne diffamatorie, intrise di veleni e di calunnie, tra le più infami che si ricordino in questo secondo dopoguerra nel corso del quale pure ne è corso del sangue? Eppure nessuna procura d'Italia e nessun ministro della giustizia, democristiano!, aprirono mai alcun procedimento contro gli squallidi untori tra cui primeggiavano i comunisti di allora, non ancora convertiti alla democrazia. Leone, è vero, fu riabilitato,molti anni dopo, anche dagli stessi comunisti che nel frattempo hanno cambiato nome, simbolo, tattica e strategia, ma solo dopo averne ottenuto le dimissioni e la morte politica e morale. A Mastella, in questa occasione, ha fatto difetto la memoria e firmando l'autorizzazione contro Storace ha perso una buona occasione per sottrarsi e sottrarre l'Italia da ciò che da sempre l'ha perseguitata nell'era demicristiana: la sudditanza psicologica e politica ai diktat della sinistra.

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