Partito Democratico o partito sovietico? La pletorica assemblea costituente del Pd a Milano si è in effetti svolta in perfetto stile vecchio Pcus, e alla fine del suo comizio Veltroni ha imposto centinaia di nomine senza alcuna procedura democratica, tanto che il prodiano Parisi ha subito parlato di golpe.
E poi dicono che Forza Italia è un partito senza democrazia... Dunque, non è durata neanche un giorno la luna di miele nel Partito Democratico. E non è stato solo il ministro della Difesa a dissotterrare l’ascia delle polemiche: anche Rosy Bindi ha rispolverato i toni da crociata usati nella campagna per le primarie e perfino il sempre politicamente corretto Enrico Letta ha definito il dispositivo finale come un «testo non concordato». Per chi sognava un partito davvero democratico la giornata di sabato è stata un’autentica beffa: Veltroni nel suo discorso aveva infatti preso a bersaglio proprio i politici di professione che ragionano per tessere e cooptazione, facendo intendere che anche a lui piace il partito senza tessere di cui tanto si parla in questi giorni.
Dimenticando che la sua investitura a leader era arrivata proprio su decisione degli apparati di Ds e Margherita, e che le successive primarie non sono state un bagno di democrazia, ma una conta tra notabili per il controllo del partito a livello locale. Altro che partito senza tessere. «Mi ero illuso - avrebbe poi amaramente osservato Parisi - perchè a quella che era sembrata una fioritura è seguita subito una gelata».
Per quanto riguarda poi le indicazioni programmatiche, Veltroni ha fatto il tartufo: sono tre mesi che è sceso in campo, e ancora non ha detto una cosa concreta sui problemi cruciali che impediscono alla sinistra di dare un governo decente al Paese.
Sulla legge elettorale, tanto per fare un esempio, il leader del Pd si è detto favorevole sia al sistema tedesco, che sconfesserebbe definitivamente la vocazione maggioritaria del nuovo partito, ma anche al sistema spagnolo (quello dei microcollegi) ed eventualmente alla riforma che potrebbe uscire dal referendum, e che favorirebbe solo i grandi partiti.
Tutto e il contrario di tutto, insomma. L’unica cosa chiara Veltroni l’ha detta su Berlusconi, svestendo per una volta i suoi finti abiti buonisti: il Cavaliere - in base a quale regola non è dato sapere - non avrebbe più diritto di candidarsi alla premiership.
Ecco la vera novità uscita dall’assemblea milanese: il leader del centrosinistra si arroga il diritto di scegliersi anche il capo della parte avversa, eliminando quello più pericoloso.
Torna l’interrogativo di partenza: Partito Democratico o partito sovietico?