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 PRODI, QUANDO CADE E' SEMPRE TARDI Data: 01/11/2007
Appertiene alla sezione: [ Politica ]
Se vogliamo fare in fretta, è meglio contare le occasioni in cui non è andato sotto. Per il resto, questa maggioranza (si fa per dire) vive ogni giorno la sua croce, e la sua batosta parlamentare. Vigilanza Rai, allegati alla Finanziaria, tanto per citare gli ultimi casi; e ieri la bocciatura della commissione d’inchiesta sui fatti di Genova.
Una scelta che ha visto accomunata tutta la Casa delle Libertà, più i centristi di sinistra, mastelliani e Italia dei Valori.
Una scelta di civiltà, in un Paese che ha visto una città messa a ferro e fuoco da bande di teppisti politici, mentre i grandi del mondo si riunivano, e dunque il mondo ci guardava, e che ricorda quei giorni solo per il triste, e deprecabile, episodio delle violenze della polizia alla scuola Diaz.
La pagliuzza di fronte a una trave grande come una sequoia. Bene, ancora una volta, nella coalizione che stampella Prodi, i moderati sono andati da una parte e i neo comunisti dall’altra. Del resto, nelle stesse ore, in Consiglio dei ministri, i neo (?) comunisti si astenevano sul pacchetto sicurezza che i moderati cercavano di varare, affidandolo però al mare in tempesta del Parlamento, dunque condannandolo a quasi sicura pre-estinzione.
Insomma, passano i giorni e nella tragicommedia del governo Prodi, continuano ad andare in scena gli stessi copioni di sfascio e di rissa continua. Le massime istituzioni stanno a guardare, e gli italiani si stropicciano gli occhi per questo miracolo della natura di un morto che cammina, di una mela che casca dall’albero senza però arrivare mai a terra.
Cade? Non cade? Ogni giorno è buono per chiederselo, ed ogni giorno è buono perchè la lieta novella arrivi al Paese. Ma attenzione, lo abbiamo già visto e detto. Un conto sono le guerre collaterali, in cui il centro sinistra si sbizzarrisce. Voti in commissione, emendamenti, passaggi intermedi: in questi casi non c’è limite all’andare ognuno per conto proprio. Ma quando in ballo c’è la poltrona, cioè la sopravvivenza o la caduta vera e propria del Governo, le cose cambiano. Qui gli spigoli si smussano, le asprezze si addolciscono, gli scontri si accantonano, le fila si compattano, compresi reduci delle precedenti repubbliche, pensionati di lungo corso e emigranti di terza generazione.
Insomma, gli abissi all’interno della coalizione restano, ma vengono colmati temporaneamente dalla paura di perdere il potere.
Dunque, attenzione, mobilitazione e vigilanza. Perchè prima o poi anche l’effetto-poltrona non basterà più a tenere in piedi questo caravanserraglio ammazza-Italia.
Ma con la voracità di questi commensali, non dimentichiamolo, c’è sempre il rischio che il poi continui per un po’ ad avere la meglio sul prima.

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