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 OMAGGIO A ENZO BIAGI Data: 06/11/2007
Appertiene alla sezione: [ Il commento del giorno ]
Un Biagi dall'aldilà è il titolo di un elzeviro pubblicato su un blog in omaggio a Biagi. Sembra scritto dallo stesso Biagi, perciò lo pubblichaimo cn lo stesso titolo.
UN BIAGI DALL'ALDILA'
Sono morto con dignità, lucido fino all’ultimo come lo sono stato dall’inizio. Di più non potevo chiedere. Ogni uomo che si rispetti vorrebbe morire così, senza debiti, senza tessere di partito in tasca, senza aver chinato il capo davanti ai potenti.

Eleanore Roosevelt una volta mi disse: si muore come si è vissuti. E oggi posso dire che è vero, essendone io stesso testimone del fatto. La morte è un po’ un’uscita di scena: il primo passo nell’aldilà ricorda un poco le mie lunghe passeggiate nella bassa, quando una tenue nebbiolina scolora i contorni delle cose e tutto sembra dolce e accogliente.

E uscire di scena dipende da come la si è calcata quella scena. La mia vita è stata ricca e movimentata: ho incontrato i grandi del mondo a tu per tu. Da loro ho capito che per esser grandi non basta essere ricchi e potenti, ma come diceva Einaudi, occorre anche umiltà e compassione. Ho scritto anche molti libri e molti di più ne ho fatti scrivere. Si dice che per dar senso alla vita bisogna fare un figlio, scrivere un libro e piantare un albero. Questa storia dell’albero è il mio cruccio.

In questo estremo passaggio voglio perdonare chi mi ha fatto del male. Uno in particolare che non nomino richiede lo sforzo maggiore, ma se non si fa fatica che perdono è? Ricordo una volta, durante uno dei miei reportage, incontrai un mendicante, lacero negli abiti e zoppicante che confidò il motivo della sua cattiva sorte: mi sono ridotto così a forza di perdonare i miei nemici, ma sono il più felice degli uomini. Aveva fatto la sua scelta.

Oggi perdonare non va più di moda, ma ai miei tempi bastava una stretta di mano e tutti i torti erano sanati. Oggi bisogna aspettare in lista d’attesa da Maria De Filippi.

Ricordo quando da ragazzo col mio unico vestito buono di gabardine marrò, inforcavo la bici e vedevo la strada dritta davanti a me e mi dicevo, ecco Enzo, così dev’essere la tua vita: lunga e dritta e da percorerre senza fretta. Cercavo di spiegarlo anche al mio amico Enzo Ferrari ma non l’ho mai convinto.

Quissù sono tra amici. Ho appena incrociato l’Avvocato. Mi domando se in Rai prenderebbero in esame una nuova serie: la chiamerei “interviste dall’aldilà”.

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