La Finanziaria che esce dalla commissione Bilancio del Senato accresce il deficit di quasi mezzo punto percentuale, con interventi a pioggia per la bellezza di quasi 1400 milioni di euro. La maggior parte dei quali, 921 milioni, rappresentano il bottino di tutto rispetto della sinistra estrema: Verdi, Comunisti Italiani, Rifondazione e Sinistra Democratica. Denari che in buona parte soddisfano piccole clientele, ma che soprattutto hanno un peso e una valenza tutta politica: accrescere il grado di digeribilità di questa Finanziaria da parte degli alleati più riottosi di questo governo, cedendo ancora una volta al potere di ricatto della sinistra estrema.
I calcoli li ha fatti Giuseppe Vegas e li ha snocciolati nel corso della relazione di minoranza al Senato. Il 70% degli emendamenti che comportano maggiori spese sono attribuibili alla parte più estrema dello schieramento di governo, che con i soldi dei contribuenti spera di pagarsi una vagonata di stampelle in vista del voto decisivo.
Il gruppo che è riuscito ad accaparrarsi la gran parte del bottino è quello dei Verdi-Comunisti Italiani: 824 milioni spalmati sul triennio 2008-2010. All’interno di questa cifra, chi può sorridere di più è il ministro Pecoraro Scanio. L’Ulivo ha “raccolto” con i suoi emendamenti poco più della metà, 404 milioni. Gli emendamenti della Sinistra democratica sono costati 51 milioni, quelli di Rifondazione altri 46. In coda, ma proprio in coda, l’Udeur con soli 4 milioni. Dove si può annotare, in barba alle facili ironie sugli appetiti di Mastella e degli ex-Dc, come gli appetiti del clientelismo abbiano trasmigrato verso ben altri lidi.
L’assalto alla diligenza al Senato, in attesa di quello alla Camera, attraversa tutto lo scibile umano: sport, musica,teatro, festival e manifestazioni culturali, mutilati, sordi, invalidi, aree verdi, mobilità, parchi e chi più ne ha più ne metta.
Non mancano certamente provvedimenti ispirati a criteri condivisibili. Senonchè per alcune finalità, come la mobilità nei centri storici, sono stati destinati fondi talmente limitati da renderli inutili. Vere e proprie assegnazioni puramente di bandiera, perché la logica, qui come in tutta la Finanziaria, è stata quella degli interventi a pioggia: accontentare poco, ma accontentare, una vasta platea di clientele. Perché la speranza del governo è che non si vada alle urne, ma se questo dovesse succedere tanto vale prepararsi al peggio con i soldi dei cittadini.