In un libro dell'ex capo dei servizi segreti romeni questi sostiene che fu Fu Nikita Kruscev ad ordinare al suo agente segreto Lee Harvey Oswald di ammazzare l’odiato presidente John Fitzgerald Kennedy. Più tardi il leader sovietico cambiò idea, senza peraltro riuscire a fermare la mano assassina del giovane e zelante americano. E’ la provocatoria tesi avanzata dall’ex 007 rumeno Ion Mihai Pacepa nel suo nuovo libro «Programmed to Kill: Lee Harvey Oswald, the Soviet KGB and the Kennedy Assassination», appena uscito in America. L’autore non è un James Bond da quattro soldima l’ex direttore dei servizi segreti romeni durante il regime comunista; ex braccio destro del dittatore Nicolae Ceausescu, nonché, ad oggi, il funzionario dell’intelligence di più alto rango ad aver mai disertato da un paese dell’ex blocco sovietico. La tesi di Pacepa – che dopo essere emigrato in America è stato subito reclutato dalla Cia - contraddice le teorie classiche della «cospirazione interna». Come quella promulgata dal celebre film di Oliver Stone «JKF», del 1991, secondo cui sarebbe stata la Cia a ucciderlo visto che l’ex presidente era sul punto di chiudere l’agenzia di intelligence americana.
IL RECLUTAMENTO - «Oswald era stato reclutato dal KGBnel 1957, quando era un marine stazionato con l’esercito Usa in Giappone», sostiene il libro. Pacepa afferma che Oswald si recò a Mosca nel
Jack Ruby, di spalle, esplode il colpo che ucciderà Lee Harvey Oswald. Entrambi sarebbero stati uomini del KGB
1959 per essere arruolato nella «divisione operazioni estere», nota col nome di PGU. Nella capitale sovietica l’allora 20enne originario di New Orleans fu addestrato e programmato per uccidere JFK. Nel 1962, quando Kruscev - ispiratore iniziale del complotto contro l’«odiatissimo Kennedy» - decise di revocare l’ordine di assassinio, era ormai troppo tardi. «Il macchinoso piano per eliminare JFK era ormai ad uno stadio troppo avanzato, sostiene Pacepa secondo cui gli agenti sovietici «non riuscirono a deprogrammare Oswald». L’uomo, come è ben noto, portò a segno l’«assassinio politico del secolo» il 22 novembre 1963 a Dallas, in Texas. «Ma a questo punto senza la benedizione o il sostegno diretto dei sovietici», conclude il libro. «Due giorni più tardi Jack Ruby, anch’egli una spia sovietica, uccise Oswald dietro ordine del Cremlino», prosegue. E anche dietro la morte di Ruby, nel 1967, ci sarebbe lo zampino sovietico. «La PGU lo irradiò con una sostanza cancerogena che lo fece irrimediabilmente ammalare di tumore - continua Pacepa - mentre stava per essere scarcerato dalla prigione americana dov’era rinchiuso per omicidio».
Non è la prima volta che l’ex 007, oggi un noto columnist ultraconservatore di testate quali «National Review Online», «Washington Times» e «Wall Street Journal», fa parlare di se per le sue tesi controverse. In un articolo pubblicato lo scorso anno, Pacepa descrisse una conversazione avuta con Ceausescu durante la quale l’ex dittatore l’avrebbe informato di «almeno dieci leader internazionali che il Cremlino ha ucciso o tentato di uccidere». Tra questi anche Palmiro Togliatti, e Mao Tse-tung. Secondo Pacepa fu l’agenzia russa GRU ad «aiutare Saddam Hussein a nascondere e distruggere le sue armi di distruzione di massa», prima dell’invasione americana dell’Iraq, da lui entusiasticamente appoggiata. Ma non tutti condividono le sue tesi.«Pacepa non offre alcun motivo convincente dietro il presunto complotto sovietico», punta il dito Publisher’s Weekly, secondo cui «Il KGB aveva mesi per impedire quell’assassinio». E comunque, «gli sarebbe bastato eliminare Oswald». «Ho lavorato più di vent’anni alla stesura di questo libro», ribatte Pacepa. «Tutti i capi dell’intelligence nei paesi satelliti erano al corrente del fatto che il KGB era dietro la morte di Kennedy. Le impronte digitali dei sovietici sono dappertutto». Alessandra Farkas - IL corriere della Sera