A Vladimiro Guadagno, alias “Vladimir Luxuria”, sembrava non fosse possibile fare da testimone di nozze al matrimonio (con rito cattolico) della cugina, previste al Santuario dell’Incoronata a Foggia.

Il divieto pareva provenisse dal vescovo di Foggia in persona.“Se sei trans non puoi fare da testimone di nozze a un parente”, ha tuonato a tutte le agenzie di stampa il deputato-transgender.

A ruota, sono seguite le solite polemiche in merito alla mancata tolleranza, alle mancate concessioni alla modernità, all'ipocrisia...tutte cose di cui la Chiesa Cattolica parrebbe pregna. Ma poi la Curia ci ha ripensato,

Effettivamente non solo un “trans”, ma persino una persona non battezzata e mai entrata in una chiesa, in teoria, potrebbe fungere da testimone anche in nozze celebrate con rito cattolico. E allora perchè non il povero Guadagno, che nonostante tutte le vicissitudini successive, almeno la grazia del battesimo pare averla ricevuta?

Direi che oggettivamente non c'è nulla del “luxuria-pensiero” né nelle sue celebri sfilate “no-Vatican” o “pro pacs” che possa anche minimamente coniugarsi con quanto prevede il Magistero della Chiesa sul matrimonio.

Sappiamo bene che tanti di coloro che sono stati fulminati dalla stella del comunismo (anche se ora si chiamano in duecento modi diversi) gradiscono molto essere contemporaneamente maestrina e Franti, dogma e bestemmia, governo e opposizione. Amerebbero vivere un mondo in cui tutto deve essere permesso. Basta sventolare la bandiera della “tolleranza” e del “cambiamento dei tempi”.

Proprio in nome di questi suoi due capisaldi, siamo certi che l'onorevole Guadagno, al prossimo congresso di Rifondazione, accetterà di proporre come garante della sua granitica ed indefessa militanza nel partito un anziano sacerdote dell'Opus Dei.