AMICI DELLA SINISTRA, VI HANNO PRESO SOLO IN GIRO!
Caro popolo di Vicenza, cari pacifisti, pacifinti e antagonisti, cari no base, no Tav, no tutto, vi hanno fregato. Vi hanno addossato la colpa della crisi di governo, vi hanno indicato come capri espiatori di tutti i problemi di questa sgangherata maggioranza, si sono serviti della vostra legittima (anche se da noi non condivisa) protesta per dimostrare che eravate voi, e solo voi, la pietra dello scandalo dell'Unione. E così vi hanno messo all'angolo, con la complicità dei vostri parlamentari, dei vostri segretari di partito, dei vostri rappresentanti istituzionali, evidentemente più attaccati alla poltrona che ai tanto sbandierati ideali arcobaleno per cui voi lottate.
Proprio loro, i vostri eletti, vi avevano promesso, prima delle ultime elezioni politiche, una svolta pacifista nell'azione di governo. E invece eccoli lì, pronti a votare, senza colpo ferire, il rifinanziamento della missione in Afghanistan, dove, a breve, assisteremo a una dura guerra tra quelle che voi chiamate truppe «imperialiste» e gli «insorti» talebani. Eccoli lì, a firmare il documento dei dodici punti con cui Romano Prodi vi farà ingoiare rospi indigesti, base Usa e Tav comprese, togliendo ai vostri rappresentanti persino il diritto al democratico dissenso ministeriale e parlamentare: se i vostri vorranno protestare, dovranno prima parlarne col portavoce del presidente del Consiglio, che da oggi diventa anche portavoce del governo, ed ottenere il suo assenso. Eccoli lì, ad approvare, senza opporre degna resistenza, gli aumenti delle spese per la Difesa, cosa contro cui voi vi siete sempre battuti, scendendo in piazza innumerevoli volte quando al governo stava l'odiato Cavaliere.
Si giustificano dicendo che è il prezzo da pagare affinché le «destre» non tornino al governo, affinché gli anni passino e l'ombra di Berlusconi sulla politica italiana si faccia sempre più sfumata e impercettibile. Vi dicono così, ma intanto, per sopravvivere a se stessi e per non perdere la comoda cadrega ministeriale, parlamentare o presidenziale su cui poggiare le terga, imbarcano in maggioranza Follini il «centrista», quello che vorrebbe, in un futuro prossimo o remoto, dare vita a un «centrosinistra diverso», togliendo di mezzo voi e raccattando transfughi destrorsi bisognosi di accasarsi agiatamente dalle parti dell'Unione.
Se fossimo in voi, i vostri Franco Giordano, i vostri Fausto Bertinotti, i vostri Oliviero Diliberto li spediremmo a casa con un biglietto di solo andata, gli consiglieremmo di tenersi a larga dalle manifestazioni con la bandiera arcobaleno, perché c'è un limite a tutto, anche all'ipocrisia e alle prese per i fondelli, tanto più se queste sono velate dal discorso sugli «ideali», sulle «lotte del popolo», sulla «importanza dei movimenti». Vanno con il vostro voto in Parlamento, e appena prendono comodamente posto nel Palazzo si dimenticano di voi, salvo che nei casi di emergenza, quando torna utile ripetere lo slogan sulla «voce della piazza» che va ascoltata. Ma chi sa cosa direbbe ora, la «piazza», di quei sedicenti pacifisti che preferiscono il potere alla pace, al punto da sottoscrivere ciecamente un vero e proprio editto con cui Romano Prodi, fattosi «dittatore» come gli aveva chiesto Scalfari, li mette a tacere una volta per tutte, obbligandoli a votare, nell'ordine, per il rifinanziamento delle nostre missioni all'estero, per la Tav e le infrastrutture, per la riforma delle pensioni.
Vi rode il fegato, lo sappiamo. Vedere i vostri capi silenti e accomodanti di fronte a una manovra per metterli all'angolo e imbarcare centristi nell'Unione vi fa venire l'orticaria. Vi avevano detto, stradetto, promesso e strapromesso che i ricchi avrebbero pianto, e invece i ricchi-ricchi, quelli delle banche «turbo-capitaliste» e quelli delle aziende che privatizzano gli utili e socializzano le perdite, se la ridono allegramente sotto l'ala protettiva del presidente del Consiglio. Vi avevano garantito che chi ha di più avrebbe pagato di più, ma poi vi trovate col bollo auto alle stelle, con i treni che costano di più, e, se avete una casa, con l'Ici in aumento. Come Maria Antonietta, che gettava brioches al popolo che chiedeva il pane per campare, invece che la giustizia sociale vi hanno regalato gli sgravi sulla palestra, le farmacie e i benzinai alla Coop e gli ecoincentivi. Come bilancio di nove mesi non c'è male: la lotta proletaria sacrificata sull'altare del potere, la pace venduta per un piatto di lenticchie, la giustizia sociale barattata in cambio di una poltrona. Licenziateli e mandateli a casa, prima che lo «slancio rinnovato» con cui Romano Prodi torna al governo diventi l'ultima spinta verso il baratro, per lui, per voi e per l'Italia. Giuseppe PACCIONE