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 BERLUSCONI: Mai avuto tanto consenso, solo dopo il voto si potranno fare le riforme Data: 17/11/2007
Appertiene alla sezione: [ Politica ]
Proponiamo l’intervista a Silvio Berlusconi, pubblicata da "Il Giornale" il 17 novembre 2007...

Il day after del Cavaliere dopo il via libera del Senato alla Finanziaria è una lunga passeggiata per via del Corso, con tappa a piazza Venezia prima e nella sede di Forza Italia in via dell’Umiltà poi. Perché, dice Berlusconi in giacca blu e maglione girocollo, "con questo freschetto fare due passi è davvero un piacere...". L’umore, dunque, pare essere quello dei giorni migliori. Tanto che quando gli si chiede conto degli alleati pronti al dialogo, l’ex premier se la cava con un sorriso. Presidente, ma non si sente un po’ accerchiato? "Guardi, del fatto d’essere accerchiato nonposso che essere contento. Mai come ora ho goduto di tanto consenso nel Paese. A tutti gli altri, alleati compresi, lascio i giochi di Palazzo e il teatrino della politica. Ma la gente chiede di votare".

Un Berlusconi, dunque, convinto ad andare avanti sulla strada del "no" al dialogo. Ma, ragiona, non per partito preso. Perché, dice, «sono stato io a suo tempo a fare l’offerta all’Unione». Adesso, però, non avrebbe senso sedersi a un tavolo e di fatto "condividere" con la maggioranza "le responsabilità di questa situazione". Presidente, e l’apertura di Gianni Letta? "Io e Letta siamo persone ragionevoli, ma non sulle cose impossibili. Eppoi quello era un colloquio di mesi fa. Oggi le larghe intese o il governo istituzionale non sarebbero la mossa giusta". E il problema, assicura, non è neanche Prodi perché "comunque non ci sarebbe spazio per un dialogo serio".

E pure il timore che Fini e Casini possano scavalcarlo sulla strada del confronto con la maggioranza non pare troppo preoccuparlo. Intanto perché "nella maggioranza ci sono tante posizioni diverse, non solo quella di Veltroni che non è chiara". Eppoi perché "non vedo come An possa accettare una legge elettoraleche la penalizza". Berlusconi, poi, prende le parti di Fini che non ha gradito i servizi di Striscia la notizia sulla sua vita privata. "Gianfranco - dice - ha ragione, sono addolorato per quel che è successo e l’ho anche chiamato per dirglielo. Ma non sono più io l’editore del gruppo, guardate cosa dice di me Striscia tutti i giorni...".

Prima di lasciare via dell’Umiltà, il Cavaliere guarda anche al futuro. E ancora una volta, comunque vada, non trova spazio per un dialogo che in ogni caso "non potrebbe prescindere da Forza Italia". "Se dovessero tirare avanti - spiega - ci sarà un’ulteriore caduta nell’apprezzamento del governo. Se invece cadono ci sono solo le urne. E solo dopo il voto si potrà aprire una stagione delle riforme".

Insomma, secondo Berlusconi la partita è ancora aperta. Perché, dice, "non credo che neppure quello che sta succedendo nella Cdl possa bloccare il processo di implosione del governo".
E "la Finanziaria non è stata ancora approvata, anzi probabilmente tornerà al Senato caricata dal protocollo sul welfare".
Su cui, si sa, Dini ha forti perplessità. E ora, lui e gli altri malpancisti dell’Unione "stanno mettendo su un gruppo al Senato che avrà in mano la legislatura e sarà di fatto l’ago della bilancia". Insomma, "sarà il gruppo da cui dipende l’approvazione definitiva della Finanziaria".

Poi, torna sul voto di giovedì notte a Palazzo Madama.
"Non ho mai creduto - dice - che cadessero. Anzi, non mi aspettavo la presa di distanze di Bordon e Manzione e credevo che Dini sarebbe stato seguito da subito da qualcuno dei senatori esteri". E, ribadisce, "respingo qualunque accusa di shopping» visto che "io non ho messo un euro sul tavolo". "Ad aver fatto shopping - conclude - sono stati loro mettendo ingiro un totale di un miliardo di euro. Eppoi mi vengono a parlare di etica della responsabilità... ".

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