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 Berlusconi: un partito con le porte aperte Data: 20/11/2007
Appertiene alla sezione: [ Politica ]
Un partito “con le porte aperte, anzi spalancate”, con un leader che verrà deciso “dalle assemblee con delle elezioni alle quali tutti potranno candidarsi”. Un partito che si ispira ai valori del Ppe, che nasce sulla spinta degli oltre milioni di italiani che hanno partecipato “alla più grande mobilitazione di piazza mai realizzata durante la storia repubblicana”.

Un partito che vuole dialogare con l’attuale governo per fare una riforma della legge elettorale in senso proporzionale e poi tornare al voto.

Dal Tempio di Adriano, a Piazza di Pietra, a Roma, davanti una platea di circa 300 giornalisti, Silvio Berlusconi delinea i tratti del suo “Partito del popolo della libertà”. E parla delle prossime mosse che è pronto a fare, con i partiti del centrodestra e con quelli d’opposizione.

Tema fondamentale la discussione sulle riforme, lanciata dal segretario del Pd, Veltroni.

La linea di Berlusconi è chiara: nessun governo tecnico o istituzionale. La riforma della legge elettorale si fa con l’attuale esecutivo e poi si torna alle urne. “Siamo disposti - annuncia il presidente di Forza Italia - a dialogare con il governo in carica per cambiare il sistema elettorale. Vogliamo un proporzionale non machiavellico, non alambiccato; un sistema che la gente possa capire, con uno sbarramento che riesca a evitare il frazionismo in tanti piccoli partiti”.

“No”, quindi, all’ipotesi avanzata da Veltroni di intavolare trattative sulle riforme istituzionali e sui regolamenti parlamentari: “Si deve tornare al voto - sentenzia il Cavaliere. Queste altre riforme si affronteranno quando ci sarà il nuovo Parlamento”.
Berlusconi dice sì a una legge proporzionale con sbarramento, così da ridurre la frammentazione senza costringere i leader dei maggiori partiti - nell’ambito del bipolarismo forzoso sin qui conosciuto - a mediazioni estenuanti con ali estreme e alleati minori.

I limiti del bipolarismo all’italiana sono esemplificati dal condizionamento che l’estrema sinistra esercita sul governo in carica, ma anche dalle difficoltà che Berlusconi ha sperimentato nella passata legislatura, quando è stato costretto a troppe ricuciture con gli alleati.

L’ex premier ribadisce, quindi, di non aver dato “nessuna spallata” a Forza Italia, tantomeno di averla voluto dare al governo: “È stata un’invenzione della stampa. E poi non ho mai fatto offerte economiche a nessuno. Ho solo detto che questo assetto parlamentare non corrisponde più alla realtà del Paese e ho chiesto ad alcuni senatori della maggioranza coerenza nel voto su una legge Finanziaria che erano i primi a criticare”.

A questo punto, comunque, il dato di fatto è che “l’implosione della maggioranza comunque c’è stata, stando alle dichiarazioni che hanno fatto in aula Lamberto Dini e Willer Bordon”.

Infine il Cavaliere parla dei rapporti tra il nuovo partito e gli alleati del centrodestra. “Il Ppl sarà protagonista della storia nel prossimo decennio. Dialogherà con tutti a partire dagli alleati a cui rivolgiamo un appello affinché confluiscano nel nuovo partito come vogliono i loro elettori”.

A parte la Lega nord: “Non è mai stata chiamata, neanche in passato, a far parte di un partito del centrodestra. La Lega è una forza autonoma e potrà avere con la nuova forza politica gli stessi rapporti del passato”.

Nessuna replica, quindi, al leader di An Gianfranco Fini: “Dobbiamo guardare a ciò che pensa la gente, che vuole una forza unita che li rappresenti. Spero - conclude Berlusconi - che anche chi non la pensa in questo modo cambi presto idea”.

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