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 Prodi spettatore impotente Data: 22/11/2007
Appertiene alla sezione: [ Politica ]
La partita è in mano a due sole persone: Silvio Berlusconi per il centrodestra, Walter Veltroni per il centrosinistra. Intorno a loro si sbracciano inutilmente lo stesso Prodi, Fini, Casini e i rappresentanti della sinistra estrema. Ma è una fatica senza costrutto, perché sotto i riflettori restano solo i due leader.

Prodi, dall’estero, tenta di lanciare proclami, usa il suo ufficio stampa di palazzo Chigi per far trapelare all’esterno indiscrezioni e stati d’animo del presidente del Consiglio.

Un refolo nella bufera politica provocata da Berlusconi con il suo rilancio del Partito del popolo della libertà. Un refolo del quale si accorgono davvero in pochi.

Può sembrare propaganda, ma Prodi è già il passato, e il governo non è stato mai così a rischio come oggi. Non solo per la posta che ha messo sul tavolo il leader di Forza Italia (riforma elettorale e un attimo dopo si vota), ma anche perché Veltroni sa che questa sarà l’unica strada possibile.

Il Senato, inoltre, ha retto esclusivamente perché con un centrodestra compatto a chiedere elezioni che non davano dubbi circa l’esito, la sinistra ha reagito ricompattandosi per la mancanza di prospettive oltre quella delle urne. Paradossalmente, ora che il centrodestra appare diviso, anche se non quanto la sinistra, lo spettro elettorale è meno spaventoso e i delicati equilibri che hanno salvato la sinistra a palazzo Madama si sono rotti.

Ma tutto ciò ruota sempre attorno a Berlusconi e Veltroni. Prodi resta spettatore impotente, di fronte all’enorme attenzione mediatica che arride i due.

Impotente perché nel momento stesso in cui Walter decidesse di staccare la spina al governo questo accadrebbe in pochi secondi.

Impotente perché se il Pd e il Partito del popolo della libertà dovessero trovare un accordo sulla legge elettorale che elimina i partiti piccoli, a staccare la spina al governo ci penserebbe uno a scelta fra Mastella, Di Pietro, Pdci, Verdi.

Vada come vada, è evidente che la partita si sta giocando molto lontano da palazzo Chigi. E Prodi la sa bene.

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