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 NEL NUOVO PARTITO DEMOCRATICO CI SI AZZUFFA SUGLI EURO Data: 30/11/2007
Appertiene alla sezione: [ curiosita' ]
Si torna a parlare della nascita del Pd come “fusione fredda “ fra Ds e Margherita. E se ne è tornato a parlare, nei giorni scorsi, su un tema caldissimo, che è quello dei soldi dei quali deve pur vivere il nuovo partito. E torna in scena un personaggio, l’amministratore dei Ds Ugo Sposetti, che di cose da spiegare ne ha molte.

In effetti Sposetti, da quando le tappe della costituzione del Pd si facevano più intense, si è dedicato a una attività fra le più alacri, e non certo per iniziativa personale: ha percorso l’Italia dal Nord alla Sicilia, ha curato con la collaborazione delle federazioni locali del partito la costituzione di diverse Fondazioni nelle quali è stato raccolto il patrimonio dei Ds e delle loro ramificazioni.

Un patrimonio imponente, soprattutto fatto di immobili quasi sempre di proprietà, delle diverse sezioni comunali e di quartiere, e delle federazioni provinciali. A scanso di equivoci, le diverse Fondazioni sono state intitolate a nomi di vecchie glorie del Pci, Luigi Longo ad Alessandria, Enrico Berlinguer in Sardegna, o a date significative della storia. Un fondazione è in via di costituzione a Roma, vi saranno conferite le opere d’arte, pitture, sculture, che gli artisti, in 50 anni, hanno regalato al partito, più i diversi simboli di culto, bandiere, manifesti, e in più, a parte, archivi, memore storiche eccetera...

I patrimoni più ingenti, in Emilia e in Toscana, sedi di sezioni, di vaste e numerose Case del Popolo, per valori di decine di milioni di euro, sono stati blindati in Fondazioni affidate nella gestione, come è storicamente giusto, a dirigenti di cooperative fra le più importanti.

Le diverse Fondazioni sono come fortilizi inespugnabili, almeno formalmente nessuno può disporne così facilmente. E in più occasioni Sposetti ha ripetuto che lui, per il nuovo partito, non può tirar fuori un solo euro.

I Dl, almeno quelli che non sono andati all’abbraccio con gli occhi chiusi, lamentano che i Ds non solo esprimono il segretario, l’amministratore, e Bettini, braccio organizzativo del partito, ma si tengono ben stretti i soldi dei quali disponevano. Riflessione tardiva, in verità. Rutelli solo ora sente puzza di bruciato.

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