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 IL CONSIGLIO DI STATO REINTEGRA NEL CDA DELLA RAI IL DEFENESTRATO PETRONI Data: 04/12/2007
Appertiene alla sezione: [ Politica ]
Angelo Maria Petroni tornerà a pieno titolo nel consiglio di amministrazione della Rai. Lo ha deciso questo pomeriggio la quarta sezione del Consiglio di Stato che ha respinto la richiesta di sospensiva, presentata dal ministero dell’Economia, della sentenza del Tar del Lazio che il 16 novembre scorso aveva ritenuto illegittima la revoca del consigliere del Cda da parte dello stesso azionista.
Sul piano politico la sentenza del Consiglio di Stato rappresenta una eccezionale vittoria per il centrodestra che da oggi torna ad avere la maggioranza all’interno del Cda.
Clamorosa, viceversa, appare la sconfitta del ministro Tommaso Padoa Schioppa che per assecondare i voleri del presidente del Consiglio dei Ministri, Romano Prodi, aveva “cacciato” il consigliere Petroni ritenuto troppo vicino alle posizioni del leader di Forza Italia e aveva nominato al suo posto Fabiano Fabiani.
Quest’ultimo, dopo la sentenza, dovrà abbandonare il settimo piano di viale Mazzini dove, intanto, ci si chiede che fine faranno gli atti approvati dal Consiglio di Amministrazione nel periodo in cui Petroni non vi faceva parte pur essendo legittimato a sedere a quel tavolo.
In particolare che fine farà il Piano Industriale che è stato approvato dai consiglieri che fanno riferimento alla sinistra parlamentare?
Da oggi, quindi, comincia un nuovo capitolo con il centrodestra in grado – almeno sulla carta – di esprimere una maggioranza e con il centrosinistra che esce clamorosamente sconfitto dal braccio di ferro intentato dal ministro dell’Economia.

"Le complesse questioni di diritto prospettate nell'atto di appello, ivi compresi i profili relativi alla giurisdizione del giudice amministrativo, necessitano di approfondimenti e riscontri non praticabili nella presente fase cautelare. Ritenuto che il danno lamentato dall'appellante non può essere qualificato come grave ed irreparabile in quanto la "situazione di disagio" ed i "gravi pregiudizi che la gestione dell'Azienda viene a subire", prospettati nell'atto di appello, non appaiono dipendere dalla sostituzione di un solo componente di un organo collegiale formato da nove componenti" il Consiglio di Stato "respinge l'istanza cautelare". Sono queste le motivazioni con cui il Consiglio di Stato ha respinto la richiesta di sospensiva della sentenza del Tar che di fatto stabiliva il reintegro di Angelo Maria Petroni nel cda della Rai, avanzata dal ministero dell' Economia.

Ecco le principali tappe della vicenda che riguarda Angelo Maria Petroni, il consigliere nominato nel 2005 dall'allora ministro Domenico Siniscalco come suo rappresentante in cda e rimasto al suo posto fino al 10 settembre, quando gli è stato revocato il mandato ed è stato sostituito con Fabiano Fabiani.

- 11 MAGGIO - Dopo mesi in cui la politica chiede l'intervento dell'azionista per trovare una soluzione alla crisi del vertice Rai, il ministro Tommaso Padoa-Schioppa comunica al premier Romano Prodi che si è interrotto il rapporto di fiducia con Petroni e chiede la convocazione dell'assemblea per la revoca.

- 16 MAGGIO - In commissione di Vigilanza, Padoa-Schioppa spiega i motivi della sua decisione e va oltre. ''Se la Rai fosse stata assoggettata al semplice regime civilistico - dice - avrei assunto la decisione della revoca nei confronti dell'intero consiglio''. Lo stesso giorno si svolge il Cda che fissa l'assemblea per il 4 o 5 giugno e che poi, andata una prima volta deserta per l'incertezza della situazione, viene fissata all'11 giugno.

- 7 GIUGNO - La terza sezione ter del Tar del Lazio, alla quale Petroni ha presentato ricorso, sospende le procedure di revoca del consigliere: viene così vanificata l'assemblea della società. Già il 29 maggio, il presidente della terza sezione ter del tribunale amministrativo, Francesco Corsaro, aveva accolto con decreto presidenziale la richiesta di Petroni.

- 4 LUGLIO - L'Avvocatura dello Stato notifica alle parti di aver impugnato di fronte al Consiglio di Stato la decisione del Tar di sospendere la procedura di revoca di Petroni. La richiesta è avanzata dalla presidenza del Consiglio dei ministri e dal ministero dell'Economia: in sostanza, il governo chiede ai giudici di Palazzo Spada di sbloccare le procedure di esclusione di Petroni dal cda e di consentire lo svolgimento dell'assemblea Rai per la revoca del consigliere.

- 1 AGOSTO - La IV sezione del Consiglio di Stato accoglie il ricorso avanzato da Palazzo Chigi e dal ministero dell'Economia dando di fatto il via libera alla convocazione dell'assemblea.

- 2 AGOSTO - L'azionista invia per la seconda volta a Viale Mazzini la richiesta di fissare l'assemblea. Il presidente Claudio Petruccioli convoca il cda l'8 agosto.

- 8 AGOSTO - Il cda va a vuoto: per due volte manca il numero legale. Petruccioli decide di riconvocarlo per il 20 agosto, con lo stesso ordine del giorno: convocazione dell'assemblea della società chiesta dall'azionista. ''L'omessa convocazione dell'assemblea degli azionisti - ricorda l'azienda - è punita con sanzioni amministrative'' a norma del Codice Civile.

- 20 AGOSTO - Assenti tutti i consiglieri Cdl, in cda manca ancora il numero legale. Tocca così al collegio dei sindaci convocare l'assemblea, per il 10 e 11 settembre. Lo stesso giorno, i legali di Petroni chiedono nuovamente al Tar una sospensiva d'urgenza dell'assemblea, contestando il fatto che l'azionista l'abbia chiesta senza tener conto del fatto che negli ultimi due mesi il cda Rai abbia funzionato regolarmente. Il 31 agosto il Tar respinge l'istanza e fissa la trattazione del merito all'8 novembre.

- 5 SETTEMBRE - A cinque giorni dall'assemblea, la Cdl in Vigilanza fa l'ultimo tentativo di bloccare la revoca di Petroni ma senza esito. Padoa-Schioppa, convocato in Commissione, rimanda a dopo l'assemblea per impegni inderogabili.

- 10 SETTEMBRE - L'assemblea dei soci revoca il mandato di consigliere a Petroni e nomina al suo posto Fabiano Fabiani su proposta del ministero dell'Economia.

- 26 SETTEMBRE - La Vigilanza decide all'unanimità di elevare davanti alla Corte Costituzionale il conflitto di attribuzioni nei confronti del ministro dell'Economia in merito ai poteri di revoca del Cda di Viale Mazzini.

- 16 NOVEMBRE - Il Tar - che l'8 novembre si era riservato di decidere - accoglie il ricorso di Petroni e di fatto lo reintegra nel cda. Lo stesso giorno l'azionista annuncia il ricorso al Consiglio di Stato, con richiesta di sospensiva d'urgenza della sentenza del tribunale amministrativo.

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