Gli effetti perversi della finanziaria 2007 si fanno sentire pesantemente sui bilanci delle famiglie italiane. All’elevatissima pressione fiscale dello Stato si è aggiunta l’accresciuta rapacità di Comuni e Regioni, che hanno aumentato i tributi locali diretti e indiretti, dall’Ici alle addizionali sull’Irpef e sui consumi di energia elettrica, alla Tarsu, la tassa raccolta rifiuti. Costano di più, inoltre, anche i servizi anagrafici.
Nel 2007 rispetto l’aumento medio delle addizionali comunali è stato del 33 per cento, quello della tassa rifiuti è stato del 15 per cento. Tenuto conto che alcune amministrazioni locali non hanno ritoccato al rialzo le diverse voci, l’aumento medio delle varie voci è stato, spalmato su tutto il territorio nazionale, dell’8,5 per cento, equivalente a un maggiore esborso di 439 euro a testa, bambini ed anziani compresi.
Manovra subdola – Questa impennata della pressione fiscale locale è stato l’effetto diretto della finanziaria 2007. Il governo Berlusconi con la sua ultima manovra aveva congelato il potere di Comuni e Regioni di aumentare le addizionali, proprio per difendere i cittadini. Il governo ha ridotto gli stanziamenti dallo Stato agli enti locali, in compenso ha ridato a questi ultimi la libertà di torchiare. È stato un modo subdolo per scaricare anche i tagli nei trasferimenti sui contribuenti. I Comuni si difendono dall’accusa di spremere troppo i cittadini affermando che in realtà il governo Prodi ha esordito tagliando le risorse destinate agli enti locali del 10 per cento, sicché questi si sono trovati nella necessità di compensare le minori entrate per poter continuare ad erogare servizi sempre più costosi. La polemica interessa poco gli italiani, specie i meno abbienti, che però avvertono crescenti difficoltà per fare quadrare i bilanci. Sono ormai troppe le famiglie che alla fine della terza settimana di ogni mese, per tirare avanti, devono ricorrere al credito o intaccare i magri risparmi accantonati per le emergenze.
La graduatoria dei salassatori - Fra le entrate principali per i bilanci municipali c’è, come dicevamo, l’addizione sull’Irpef che i contribuenti pagano allo Stato. È stata stilata una graduatoria delle città nelle quali gli aumenti combinati delle addizionali regionali e comunali sull’Irpef sono stati più pesanti, sempre nel 2007 rispetto al 2006.
Ai primi posti i capoluoghi delle aree tradizionalmente “rosse”: Ravenna (168 euro in più), Modena (147) Bologna (147), Ferrara (147), Rimini (147); c’è Palermo (147), Parma (126), Siena (126), Venezia (126), Crotone (126).
In molte città italiane, poi, è stato rilevante l’aumento della Cosap, il tributo corrisposto per l’occupazione del suolo pubblico.
Balzelli occulti – Ma a fianco dei tributi per così dire ufficiali, ci sono iniziative comunali tendenti a tosare, di più e meglio, i cittadini. La “rossa” Genova, per esempio, ha puntato sulle “aree blu”, sui parcheggi a pagamento in tutta la città e sui permessi a pagamenti nelle zone di residenza: 25 euro per la prima auto 300 per la seconda. Poi ci sono le multe per sosta vietata: nel 2006, il Comune di Roma ha incassato 239 milioni di euro grazie alle multe.
Ancora rincari – Per completare il quadro, per comprendere quanto sia diventato duro per tantissimi italiani tirare avanti, va ricordato che fra il 1998 e il 2006 il costo dell’acqua è aumentato del 4,1 per cento, più dell’inflazione media che è stata del 2,3 per cento. Nello stesso periodo, il costo medio di un biglietto del tram è aumentato del 3,2 per cento.