...E SECONDO L'855 DEGLI ITALIANI IN POLITICA NON C'E' DA FIDARSI DI NESSUNO.
Nel Belpaese cresce il distacco dalle istituzioni. E del ‘Palazzo' ci si fida sempre meno. A testimoniare che il recente exploit dell'antipolitica non è solo un fenomeno passeggero nella nostra società è il Rapporto del Censis sulla situazione sociale del Paese 2007, il quale, sulla base di una ricerca realizzata nella scorsa primavera sul tema dell'appartenenza ai ‘valori’, evidenzia che in politica non ci si può fidare di nessuno: la pensa così l'85,9% degli intervistati, ovvero 8 italiani su 10.
Sempre rimanendo nel ‘Palazzo’, per il 76,1% degli italiani ''nessuno si preoccupa di ciò che accade agli altri'' mentre il 56,4% ritiene che si debba “pensare più ai propri interessi che agli altri''.
Peraltro il 49,5% delle persone che ha espresso il proprio voto nelle ultime elezioni politiche ha scelto un certo partito piuttosto che un altro sulla base di quanto era vicino ai propri valori e ideali (era il 49,3% nel 2001). E se il dato è quasi stabile, in calo è invece l’appeal del leader nazionale, votato perché ''sembrava più adatto a governare il Paese'': nel 2006 lo sostiene il 13,7% rispetto al 19,1% del 2001, con una differenza quindi del 5,4%.
Sembra però che l’elettore sia più orientato a scegliere in base ai programmi presentati dalle coalizioni: il 23,2% del 2006 a fronte del 17,9% di cinque anni prima. Da piazza di Novella fanno anche notare la bassissima conoscenza da parte dei cittadini dei soggetti che svolgono attività sociali e una scarsa partecipazione alle loro attività (6,2% riguardo al sindacato, 3% riguardo ai partiti). Eppure l’inchiesta Censis mette in luce che tutti i cittadini dovrebbero partecipare alla vita collettiva (97,5%), nella convinzione che fondamentalmente la natura umana è portata alla cooperazione (85,4%).
Nel rapporto annuale del Centro Studi Investimenti Sociali presieduto da Giuseppe Roma si sottolinea anche che il 52,4% degli italiani si dicono ‘poco’ o ‘per niente’ soddisfatti dell’operato dello Stato, una percentuale di sfiducia che si attesta al 38,5% se si considera l’Unione europea. Mentre il 38,2% è ‘poco o per niente contento' di ciò che fa la Provincia, il 37,8% sono coloro che mostrano pollice verso alla Regione e il 32,7% all’operato del Comune.
Questo distacco dalle istituzione crea una sorta di ‘legittimazione’ delle scorciatorie, si evade il fisco e “la paura di tutto” diventa un ''preciso sintomo patologico''. ''Intanto – scrive il rapporto Censis - la vita continua e bisogna arrangiarsi. Ci portiamo appresso la furbizia del piccolo borghese, sempre pronti al mezzuccio, alla piccola scorrettezza. Chiediamo raccomandazioni, evadiamo il fisco perché ci sentiamo legittimati a farlo, perché sentiamo le istituzioni lontane''.
E anzi ''la scorrettezza viene percepita quasi come una risposta fisiologica, sana: e allora in ogni settore, dall’economia ai media, dalla medicina all’università, è tutto un tessere di astuzie, piccole illegalità, connivenze. Salvo poi, con l’esercizio di una doppia morale, scandalizzarsi per fuberie più altisonanti”.
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