La sicurezza è un altro tema cruciale sul quale l’agonizzante governo di Romano Prodi riesce a litigare con se stesso. Anche in questo caso cozzano le diverse concezioni dello Stato, del diritto e dell’obbligo di proteggere i cittadini che esprimono le componenti della rissosa coalizione.
Inizialmente il "pacchetto sicurezza" prevedeva cinque disegni di legge che dovrebbero garantire pene certe e più severe per i reati di maggiore allarme sociale (dagli scippi, ai furti in abitazioni, alle rapine, alle violenze sulle donne, alla guida in stato d’ebbrezza o in preda agli stupefacenti).
Ai primi di novembre, sotto la spinta emotiva provocata dall’uccisione di Giovanna Reggiani, a Roma, per mano di un giovane rom, il ddl sull’espulsione degli immigrati, anche comunitari, pericolosi per la pubblica sicurezza, è stato trasformato, sul tamburo, in decreto. Il provvedimento di fatto è abortito: prevedeva che i prefetti potessero fermare e avviare al rimpatrio gli stranieri ritenuti pericolosi, ma i ritocchi imposti dalla sinistra radicale lo hanno svuotato, rendendolo praticamente di difficilissima applicazione.
Al Senato il decreto è passato per il rotto della cuffia, ma i suoi successivi percorsi non saranno per niente facili. La "cosa rossa", comunque si chiami, ha un retaggio ideologico e una tradizione culturale che riconosce tutte le attenuanti, sempre e comunque, a chi attenta all’"ordine borghese". E poi la stessa sinistra in materia d’immigrazione predica la politica delle "porte aperte" e di rimpatri e di espulsioni non vuole sentir parlare. La storia non è acqua ed è improbabile una convergenza fra gli arcobaleno e il ministro Amato che scopre la "tolleranza zero".
Egualmente avranno vita e iter difficili gli altri quattro disegni di legge, fra le riserve e gli ostruzionismi della sinistra estrema e i mugugni dei riformisti e dei moderati che accusano, da tempo, Romano Prodi di cedere troppo spesso ai ricatti dei suoi alleati rossi.
Pure in questo caso Prodi e i suoi cattivi consiglieri potrebbero ricorrere alla fiducia per tentare di tenere in riga i riottosi dell’una e dell’altra coalizione, ma sarebbe l’ultima dimostrazione di impotenza e di disprezzo per la democrazia. E’ anche possibile che i ddl vengano rinviati, accantonati, rimossi. La verità è che questo governo delle preoccupazioni degli italiani e della loro domanda forte di sicurezza non si cura.