Hai aperto l'intera News con il titolo:
 L'ITALIA CHE CI PIACERBBE Data: 18/12/2007
Appertiene alla sezione: [ Politica ]
Sul caso Speciale, parla la capogruppo del Pd al Senato, Anna Finocchiaro: “sono stati commessi errori dagli uffici che hanno scritto il provvedimento”. Poi sale in cattedra la “maestrina” di morale Anna Finocchiaro: “mi piacerebbe un Paese in cui a capo della Guardia di Finanza ci fossero persone che non usano le risorse pubbliche per fini personali”.

Come non essere d’accordo con l’una e con l’altra? Ma è soprattutto per la seconda che apriamo il nostro libro dei sogni dell’Italia che vorremmo o, per dirla come lei, che ci piacerebbe.

Ci piacerebbe un Paese nel quale la portavoce (e magistrato) del più grande partito della maggioranza non anticipasse sentenze e giudizi, né sul comandante della Finanza né su altri.

Ci piacerebbe un Paese nel quale un vice-ministro dell’Economia del Pd non tentasse di azzerare l’intero quadro di comando di valorosi finanzieri che indagano sulle scorribande finanziarie di un colosso assicurativo, la cui tifoseria trova ospitalità nelle file di quella stessa maggioranza.

Ci piacerebbe un Paese nel quale un ministro sconfessato dalla magistratura, dopo essersi assunto la responsabilità della cacciata di un consigliere della Rai e poi di un generale si assumesse anche quella doverosa delle dimissioni.

Ci piacerebbe un Paese nel quale non venissero espulsi, sospesi, isolati e non venissero additati come “magistrati che sbagliano” soltanto quei giudici che indagano sugli esponenti di questo governo.

Ci piacerebbe un Paese nel quale non si menasse scandalo, se scandalo è, dei “voli di Stato” di destra e mai quelli di sinistra.
Ci piacerebbe un Paese nel quale non fossero i “pizzini” usciti da Palazzo Chigi a dettare le condizioni e le sorti di un’azienda privata e quotata in Borsa, qual è la più grande società di telecomunicazioni italiana.

Ci piacerebbe un Paese dove in qualche vertice delle istituzioni fosse rappresentata anche l’opposizione.

Ci piacerebbe un Paese nel quale la salute dei cittadini fosse affidata al buon funzionamento della Sanità, prima ancora che a una campagna pubblicitaria del Ministero.

Ci piacerebbe un Paese nel quale gli stessi media che avevano sostenuto il “declino” del Paese sotto il centrodestra non si affannassero troppo a cercare testimonial, dalla politica allo spettacolo, per sbeffeggiare un autorevole quotidiano americano che ha osato parlare di declino ai tempi del centrosinistra.

Ci piacerebbe un Paese nel quale i trasporti (pubblici e privati) non si fermassero sotto Natale.

Ci piacerebbe un Paese nel quale fossero puniti i responsabili della barbarie mediatica delle intercettazioni e delle fughe di notizie dalle scrivanie delle Procure.

Ci piacerebbe un Paese che non avesse il record della pressione fiscale e quello del minor sviluppo.

Ci piacerebbe un Paese nel quale, dopo Mister Prezzi, per risolvere i problemi non ci si affidasse in futuro a Mister Salari, Mister Ferrovie, Mister Tav e via dicendo.

Insomma, più che una “domenica…normale” (Prodi dixit), ci piacerebbe un Paese normale. Cioè un Paese dove non ci fosse più questo governo.
Spedisci ad un amico!

  << Ritorna alle News

  - Regione Puglia
  - Gazzetta del Mezzogiorno
  - Corriere della Sera
  - Portale delle libertà
  - Potere Sinistro
  - Governo
  - Parlamento
  - Il Foglio
  - Il Giornale
  - Libero
  - Panorama
  - Avvenire
  - Vatican News
  - Baribyday
  - Destra Torittese
  - Luciano Lomangino
  - Sole 24 Ore
  - L'occidentale
  - Repubblica