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 LA SPAGNA SORPASSA L'ITALIA Data: 18/12/2007
Appertiene alla sezione: [ Il commento del giorno ]
E' proprio vero, la Spagna ha sorpassato l'Italia. La notizia sta nei numeri del PIL rappportato ad abitante reso noto questa mattina dagli organismi europei. Il soprpasso è di poco, appena due punti del PIL ma basta ed avanza per qualche riflessione. La Spagna un trentennio fa era ancora un paese che definire arretrato è dir poco, ancora governato dal dittatore Franco che morì nel 1976. A quel'epoca, è vero, l'Italia non era più il Paese che vinceva l'OSCAR della moneta e sebbene già allora era tra i dieci paesi più industrializzati incominciava a zoppicare per via della demenziale attività sindacale e della incontrollata spesa pubblica che avrebbe creato il più colossale debito pubblico del mondo, con l'apporto di tutti, ma proprio tutti, dai partiti ai sindcati, alle varie corporaziooni e lobby che dir si voglia. E' vero , ma rimane comunque un fatto che la Spagna, il cui PIL all'epoca era pari a quello che è oggi quello dell'Albania e della Romania, poverissimi fanalini di coda dell'Unione Europea, in soli trentanni è riuscita a fare passi da gigante tanto da "agguantare" l'Italia, quasi un Coppi che sulle montagne agguantava un Bartali, e superarla. Perchè è successo? Per vari motivi. Primo fra tutti, una stabilità politica che 30 anni fa sarebbe stato utopistico pronosticare, specie dopo la morte del Caudillo e i brevi governi di trapasso che però non impedirono l'avvento di governi stabili, duraturi, concetrati sullo sforzo comune di riacciuffare il mondo esterno da cui era rimasta tagliata fuori durante il quarantennio franchista, garantiti da un Capo dello Stato, il re Juan Carlos che forse è stato il grande "regalo" di Franco alla Spagna. Un Capo dello Stato davvero super partes, ispirato all'equilibiro tra le parti, conscio della grande responsabilità di fronte ad un Paese che voleva innazitutto riconciliarsi con se stesso e poi misurarsi con gli altri. E' stato lui che ha garantito alla Spagna il passaggio da un governo all'altro, da quello postfranchista al decennio socialista di Gonzales, da questi ai govenri del centrodestra del Partito Popolare e ora a quello post socialista di Zapatero. Governi che pur combattendosi sul terreno della politica non si sono combattuti sul terreno "personale" nè hanno consentito che corpi terzi ed estranei intervenissero nella competizione, in qualche modo alterandola. Ed ecco il risultato. Una Spagna che utilizza tutti i fondi eurpei, che marcia ad Alta Velocità in ogni parte del paese e in tutti i settori dell'economia e che sopratutto sa difendersi dall'esterno. Quando poche settimane fa il presidente venezuelano Chavez ha "ingiuriato" l'ex capo del governo spagnolo il popolare Aznar, a difenderlo non è intervenuto solo il re che presiedeva l'incontro ma anche il capo del governo in carica, Zapatero, che ha mostrato a tutti cosa sia l'orgoglio e la solidarietà nazionale. Al di là di tutto, è questo che ha consentito alla Spagna di fare passi da gigante, recuperare 40 anni, raggiungere l'Italia e sorpassarla. Non ne siamo contenti ma nel constatarlo non possimo che provare invidia per una Nazione e un Popolo che piuttosto che lanciarsi ingiurie si impegnano a lavorare tutti insieme per il benessere nazionale che assomiglia tanto a qualcosa che si chiama dignità. Ci piacerebbe che anche l'Italia sapesse intraprendere questa strada buttandosi dietro le spalle decenni di politica fatta di ingiurie e non di fatti.

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