Roma - Oltre la metà (52,7%) delle famiglie con un mutuo in corso è esposta al rischio di aumenti del tasso d’interesse, perché ha stipulato un prestito a tasso variabile. Lo afferma il 25° rapporto Bnl-Centro Einaudi sul risparmio in Italia, secondo cui il 23,9% degli italiani ha un mutuo ipotecario che, nel 74,2% dei casi, è stato fatto per comprare casa. In particolare, ha un mutuo a tasso variabile più della metà delle persone che si sono dichiarate per niente favorevoli a correre rischi negli investimenti finanziari. Questo "solleva qualche dubbio sull’effettiva consapevolezza di queste famiglie circa il possibile impatto economico di questa esposizione sulle loro finanze".
Manca la consapevolezza del rischio Al campione di studio è stato chiesto quindi se un futuro aumento dei tassi da parte della Bce potesse creare delle difficoltà nel servizio del debito. La domanda è stata rivolta anche ai mutuatari a tasso fisso, "che non avrebbero dovuto segnalare alcuna preoccupazione". Tuttavia, le risposte ottenute "hanno messo in luce che un’importante quota di mutuatari a tasso fisso non è affatto consapevole di essere protetta dal rischio d’interesse. Inoltre, tra gli indebitati a tasso variabile c’è una situazione di potenziale tensione finanziaria non trascurabile".
Solo uno su quattro si dice tranquillo "Soltanto il 25,6% degli intervistati con un mutuo a tasso variabile - sottolineano i ricercatori - si dichiara infatti del tutto tranquillo di fronte all’eventualità di un aumento dei tassi (di cui il 9,6% grazie all’imminente scadenza del prestito). Il 32% degli intervistati esposti al rischio di tasso, invece, ritiene che anche un aumento modesto potrebbe porlo in difficoltà. Peraltro il 70% di questi ultimi, durante il 2006, non è riuscito ad accantonare alcun risparmio".
Credito al consumo C’è poi, secondo il rapporto, un altro fenomeno in crescita tra le famiglie italiane: il credito al consumo. Negli ultimi tre anni, "l’adesione al servizio è cresciuta di oltre il 6%". Inoltre, il credito al consumo si sta diffondendo in tutte le categorie di risparmiatori, "perdendo la connotazione di strumento di nicchia". Il ricorso al credito al consumo risponde a un’ampia serie di esigenze di acquisto: la finalità principale è comprare l’auto (per il 64,4% dei casi), ma ci sono anche gli acquisti di elettronica al consumo (20,7%), di mobili (11,5%), di viaggi (2,3%) e le spese per ristrutturare la casa (3,4%).
Crollo dei consumi di pane e pasta Calo record dei consumi di pane e di pasta, scesi rispettivamente del 7 e del 3,9 per cento in termini di volumi, dopo il rialzo dei prezzi. È quanto emerge da una analisi della Coldiretti riferita ai dati Istat sul commercio al dettaglio ad ottobre. Su base annua la quantità di pane consumato per uso domestico dagli italiani è scesa nel 2007 per la prima volta sotto il milione di tonnellate. Una riduzione collegata al cambiamento degli stili di vita ma anche al progressivo aumento dei prezzi.