Fausto Bertinotti, presidente della Camera, si è decisamente schiuerato contro l'uso e l'abuso delle intercettazioni telefoniche in politica e comunque quando violano la privacy dei cittadini. L'occasione è stata fornita dall'ultima scandalosa vicenda ai danni del deputato Silvio Berlusconi le cui conversaizoni private con il direttore di Rai fiction Saccà che peraltro non hanno alcuna rilevanza penale sono state sbattute in prima pagina da Repubblica fornite da qualche talpa che opera presso la Procura di Napoli. "Rendere pubbliche le intercettazioni telefoniche è una violazione dei diritti individuali del cittadino e della persona, a chiunque esse si riferiscano. Sono tutte cattive". Così ha dichiarato il presidente della Camera Fausto Bertinotti e ancora "Dobbiamo uscire da questa condizione. Non c’è intercettazione buona e intercettazione cattiva, sono tutte cattive". Tuttavia, al di là della contrarietà all’uso delle intercettazioni, il presidente della Camera individua nella vicenda Berlusconi-Saccà emersa "elementi di degrado del costume e il riemergere di fenomeni trasformistici che sono stati tanta parte della storia italiana e la cui storia è stata interrotta dalla nascita di grandi partiti di massa". Anche il ministro Mastella è intervenuto per dichiarare che "Si può fare una legge al più presto" anzi In materia di intercettazioni "si può fare un decreto legge". Il ministro della Giustizia, Clemente Mastella, lo ha dichiarato al Senato dove partecipa ai lavori dell’aula su finanziaria e welfare. Il guardasigilli, che da tempo sollecita l’approvazione del provvedimento che punta a regolamentare l’uso delle intercettazioni, oggi propone di procedere con un decreto "purché - precisa - si rispetti l’attività investigativa dei magistrati e la privacy dei cittadini, di tutti i cittadini, non solo dei parlamentari". Salvaguardando questi "due aspetti rilevanti: uno dal punto di vista operativo, quello dell’attività investigativa e l’altro costituzionale, per la tutela dei cittadini", secondo Mastella si può agire via decreto "rispettando anche l’attività dei giornalisti che possono contare su fonti diverse".