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 CONTRADA/ BERNARDINI-D'ELIA: RESTITUIRLO ALL'AFFETTO DEI SUOI CARI Data: 25/12/2007
Appertiene alla sezione: [ Politica ]
Pubblichiamo il documento reso pubblico dai radicali Rita Bernaridni e Sergio D'Elia a proposito della richiesta di grazia per BRUNO CONTRADA.
IL DOCUMENTO E' UN ATTO DI ACCUSA NEI CONFRONTI DELLO STATO E DELLA MAGISTRATURA NAPOLETANA CHE SORDA E CIECA DINANZI ALLO SCEMPIO DELLA CITTA' DOVE INVECE DEI FUOCHI NATALIZI ARDONO I ROGHI DELL'IMMONDIZIA CHE SOVRASTA LA CITTA', E' STOLIDAMENTE TENACE NEL TENERE IN GALERA CONTRADA NONOSTANTE GLI STESSI MEDICI DEL CARCERE MILITARE DOVE E' DETENUTO NE ABBIANO CERTIFICATO LA INCOMPATIBILITA'.
ECCO LA NOTA DEI RADICALI BERARIDNI E D'ELIA.


"Bruno Contrada - ricordano - oggi ha 77 anni, è una persona malata, affetta da una trentina di patologie tra cui un diabete mellito di tipo 2 difficile da curare e che richiede una dieta da effettuare col bilancino, sofferente dei postumi di un ictus che lo sta portando a una perdita progressiva della vista. E' rinchiuso dal 10 maggio 2007 nell'unico carcere militare d'Italia che si trova a Santa Maria Capua Vetere. Poliziotto dal 1959, ha avuto numerosi e diversi incarichi fra i quali la direzione della Squadra mobile della Questura di Palermo, della Criminalpol per la Sicilia Occidentale e del Sisde. Viene arrestato esattamente 15 anni fa, la vigilia di Natale del 1992: l'accusa è quella di collusione con la mafia secondo le affermazioni di una vera e propria schiera di 'collaboratori di giustizia' che hanno alla spalle i crimini più odiosi e raccapriccianti. Condannato in primo grado a 10 anni di reclusione, viene assolto in appello con la formula 'perché il fatto non sussiste'. Ma l'assoluzione viene cancellata dalla Cassazione. Ricondannato nel secondo appello, Bruno Contrada vede la sentenza confermata dalla seconda Cassazione".

"Il Magistrato di Sorveglianza di Santa Maria Capua Vetere, Daniela Dalla Pietra - si legge ancora nella nota - ha rigettato il 12 dicembre scorso l'istanza di differimento della pena e la detenzione domiciliare presentata dagli avvocati. A leggere l'Ordinanza c'è da rimanere sbalorditi perché le conclusioni non hanno nulla a che vedere con quanto scritto nell'Ordinanza stessa, dove la descrizione del quadro clinico conferma l'assoluta incompatibilità con il regime di detenzione carceraria, sostenuta dagli stessi medici del carcere: lo affermano sia il professor Buscami che il dottor Antonio Calmieri, ma per la dottoressa Della Pietra, la 'compatibilità' la si assicura con il 'frequente ricorso al ricovero in ospedale'".

"Nel corso del colloquio che abbiamo avuto il 22 dicembre scorso, Bruno Contrada che - ricordiamolo - il 10 maggio scorso ha bussato spontaneamente al Carcere Militare per farsi rinchiudere in cella, si è manifestato in tutta la sua integrità di servitore dello Stato e ci ha subito detto, quasi a scusarsi delle sue condizioni di salute, 'questo non è un gerontocomio, non è struttura adatta per assistere gli ultrasettantenni come me!'", proseguono Bernardini e D'Elia.

"Nonostante la 'giustizia' abbia riservato a lui, poliziotto e servitore dello Stato per quasi cinquant'anni, il trattamento infame che normalmente non è stato assegnato agli assassini che lui ha assicurato alla giustizia - dicono i due esponenti radicali - è impressionante constatare, vedendolo e sentendolo parlare, la fierezza e la dignità di un uomo che continua a mantenere alto il senso dello Stato, a custodire ancora valori come quelli dei 'gradi', della bandiera, della patria che a noi parrebbero militareschi e anacronistici".

"Pur convinti della sua innocenza, essendo l'unica sua colpa quella di non essersi fatto ammazzare dalla mafia come è accaduto a tanti suoi colleghi, oggi noi chiediamo a chi di dovere e di potere di sciogliere Contrada dai vincoli della pena carceraria e di restituirlo agli affetti dei suoi cari, avendo ormai la 'pena di infamia', già intollerabile per una persona normale ma ancor più intollerabile per chi ha servito lo Stato e ne viene ripagato con il giudizio di collusione con la mafia, fatto il suo corso definitivo. Se si vuole si può, se si può si deve", concludono Bernardini e D'Elia.
QUANDO SARA' AVVIATA DAL MINISTRO MASTELLA UNA AZIONE DISCIPLINARE NEI CONFRONTI DEL MAGISTRATO DI SORVEGLIANZA CHE TIENE IN GALERA UN MORIBONDO MENTRE SONO STATI LIBERATI FIOR DI MASCALZONI?

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