Faccia di bronzo in quota…rosa. Sentite come la Iervolino, sindaco di Napoli da sette anni, apostrofa Gianni De Gennaro, commissario straordinario per l’emergenza rifiuti da sette giorni: “Non capisco perché non firma le ordinanze. Vedo però una cosa: l’immondizia continua a restare per le strade di Napoli”.
Basterebbe questo per dare la misura della fuga dalle responsabilità politiche del primo cittadino del capoluogo campano. Sono 18 i giorni consecutivi trascorsi senza una raccolta regolare, 7mila le tonnellate di rifiuti a Napoli e 317mila quelle sulle strade di tutta la Campania. La Iervolino rimbrotta De Gennaro, ma su se stessa non spende una parola che non sia quella di garantirsi ogni impunità presente, passata e futura, dichiarando:”Non ho poteri, da 14 anni ci sono i commissari”.
È una bugia. Si dà il caso che a Napoli la raccolta differenziata non sia mai stata avviata. Come si dà il caso che a Salerno arrivi ad oltre il cinquanta per cento, garantendo così la pulizia delle strade. I casi sono due: o il sindaco De Luca ha commesso abuso di potere oppure è più bravo. Naturalmente vale la seconda. Così Napoli è a oggi l’unica città del globo, terzo mondo incluso, dove un esercito in divisa è costretto alla raccolta della spazzatura per supplire alle inadempienze dell’amministrazione locale, che peraltro continua a incassare le tasse più alte d’Italia per un servizio non reso.
Sarà che mancano i netturbini? Macchè. Ci sono, ma in gran parte vengono tenuti a casa a non far nulla da anni, come ha testimoniato uno di loro recentemente a Porta a Porta. L’amministrazione della Iervolino (“non ho poteri”) ha infatti sub-appaltato parte della raccolta ad alcune imprese. “Il sospetto della Guardia di Finanza, che sta diventando certezza, è che i camion che raccolgono la spazzatura non appartengono alle imprese incaricate, ma a padroncini senza alcun rapporto di subappalto, guidati spesso da autisti pregiudicati: gli uni e gli altri, emanazione dei clan” (Il Sole 24 Ore). Che gli addetti alla raccolta dei rifiuti in Campania non manchino è una certezza. Così come è una certezza che non lavorino perché non vengono fatti lavorare. Ogni anno la Regione paga 176 milioni di euro di stipendi per lo smaltimento dei rifiuti (sono 28 milioni in Lombardia, 18 in Veneto, 60 in Emilia…). Nel 2001 ne vennero assunti, di colpo, 2.316 con una spesa annuale di 55 milioni per restarsene a casa. Di questi soltanto 700 e soltanto nel 2005 sono stati effettivamente impiegati per la prima volta (relazione del commissario Catenacci).