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 BERLUSCONI: LO SBOCCO REFERENDARIO E' FORSE QUELLO NECESSARIO Data: 18/01/2008
Appertiene alla sezione: [ Politica ]
Il governo Prodi ha solo il 17 per cento dei consensi e governa “contro l’essenza stessa della democrazia”, dunque “con una violenza vera e propria contro la democrazia”; il referendum elettorale è “meglio della bozza Bianco” (posizione subito apprezzata da Gianfranco Fini), l’appoggio esterno dell’Udeur all’esecutivo “non sta in piedi perchè hanno una politica giudiziaria completamente diversa”.
Conversando con i cronisti a Montecitorio (dove, se fosse giunto in tempo per intervenire nel dibattito sul caso Mastella, avrebbe esortato il premier a “prendere atto che l’esperienza di questo governo è finita, non tanto per le sue responsabilità personali, quanto per il fallimento di un’alleanza politica divisa da posizioni politiche e programmatiche insanabili”), Silvio Berlusconi fissa alcuni paletti.
Per il Cavaliere, lo sbocco referendario è con ogni probabilità “quello necessario”, visto che la bozza Bianco si discosta troppo dagli accordi con il Partito democratico profilatosi sul modello elettorale ribattezzato “Vassallum” - tanto che neppure il Pd ora dovrebbe sottoscriverla. Berlusconi si appella direttamente a Veltroni “affinché intervenga” per modificare la bozza Bianco e tornare ai principi base del Vassallum.
“Se la volontà è quella di ritornare a quei principi - chiarisce il leader di FI, avvisando però che i tempi sono stretti - saremmo felici di continuare il dialogo, perchè questo paese ha bisogno del dialogo per uscire dalla crisi”. Di “ribaltamento” dei principi in discussione avrebbe parlato Berlusconi in aula, se ne avesse avuto la possibilità, per bocciare la bozza Bianco. E confermare la disponibilità di FI, a condizione che non si cambino le carte in tavola. Secondo il leader azzurro si deve “andare su due grandi partiti che si alleano poi con gli altri”.
Ma non possono esserci bastian contrari: “Credo che uno dica ‘ci mettiamo insieme’ se vige la regola della democrazia e cioè se su una decisione, quando non c’è unanime consenso, si vota e la minoranza accetta la decisione della maggioranza. Esattamente quello che volevo fare con la Federazione”.
Quanto alle fratture emerse nella maggioranza sul caso Mastella, Berlusconi nota che la politica giudiziaria dell’Udeur e quella rappresentata “da altri ministri come Di Pietro sono incompatibili”.
In merito alle vicende giudiziarie dell’ex Guardasigilli e della moglie, Sandra Lonardo, Berlusconi rileva: “Dalla lettura dei giornali avete visto che non ci sono cose che possono sembrare dei reati. Tutti tranne il sottoscritto si comportano così, nella vita politica i partiti si combattono affinché nelle posizioni di prestigio vadano persone a loro vicine. Lo fanno tutti tranne il sottoscritto”.
Mastella nel Popolo della libertà? “Non sono io a doverlo accogliere, è la gente. In questo partito - dice Berlusconi ai cronisti - possono starci tutti quelli di cui la gente ha fiducia”. Non solo: il Cavaliere attacca settori della magistratura denunciando che “sono dei bracci autonomi della sinistra e spesso agiscono per autoreferenzialità”, come dimostra il caso dello stesso Berlusconi, che ha “avuto più rogatorie che la mafia in 30 anni, e tutti per processi risibili. Mentre da imprenditore passavo i miei sabato pomeriggio con i manager del mio gruppo, ora, da qualche mese, li passo sempre con i miei legali”.

L’interim preso da Romano Prodi sulla giustizia in attesa del ritorno dell’ex Guardasigilli Clemente Mastella, dimessosi dopo la bufera giudiziaria che si è abbattuta su di lui, sulla moglie Sandra Lonardo e sull’Udeur in Campania è “una soluzione di ripiego. Credo che confidi troppo ottimisticamente nei tempi della giustizia italiana. Comunque auguri”. Così l’ex presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, interpellato da Radio Città Futura. Alla domanda sul futuro del governo dopo la decisione dell’Udeur di dare l’appoggio esterno il leader dell’opposizione ha detto: “Vedo molto difficile che questo possa continuare visto che nel governo ci sono ministri che l’hanno attaccato in modo violento, come ha fatto ad esempio Di Pietro pubblicamente”. Dunque la sorte del governo appesa ad un filo? viene domandato a Berlusconi.
“Non la sorte del governo, ma quella dell’Italia - risponde - cui questo governo ha già fatto molto male”.
Infine Berlusconi è intervenuto nel dibattito sulla riforma del sistema elettorale rivolgendosi a Walter Veltroni e chiedendogli di “ritornare sui principi dai quali eravamo partiti e che sono stati ribaltati da questa bozza che improvvisamente è uscita fuori senza che se ne fosse parlato con noi. Quindi - conclude Berlusconi - o si torna a quei principi da cui siamo partiti, che sono suscettibili di approfondimenti o di piccole varianti, oppure e purtroppo non si potrà che andare al referendum visto che i tempi a disposizione sono limitati”.

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