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 PRODI HA ROVINATO IL PAESE: ECCO COME Data: 22/01/2008
Appertiene alla sezione: [ Politica ]
Solamente quando Romano Prodi e i suoi numerosi ministri e sottosegretari avranno lasciato le stanze del potere si potrà fare un elenco dettagliato delle malefatte di questo governo e dei danni arrecati al Paese. Prepariamoci, ad ogni modo, a una pesantissima eredità negativa: quello guidato da Prodi è stato il peggior esecutivo dell’era repubblicana.
Un primo catalogo di colpe, però, è possibile stilarlo subito, ricordando che, subito dopo essersi insediato, il governo ha cominciato a perdere consensi nel Paese, per i suoi errori, per la rissosità nella maggioranza, per l’incapacità di ascoltare i bisogni, le aspirazioni e le preoccupazioni degli italiani.

Tasse – Il governo espresso dall’Unione ha aumentato in modo insensato e punitivo la pressione fiscale, anche per secondare la componente comunista legata a vecchi schemi ideologici dirigisti e statalisti. Ufficialmente, la pressione fiscale è al 43,2 per cento del Pil, ma questo calcolo è puramente convenzionale, poiché – secondo le indicazioni dell’Ue – tiene conto anche dell’economia sommersa. Il centro studi degli artigiani di Mestre ha calcolato, invece, che la pressione fiscale reale spreme il 50% per cento del Pil, depurato del sommerso. Su due euro che ogni italiano produce, uno va al fisco. Questa politica economica, legata allo schema superato “più spendi, più tassi”, ha impoverito il ceto medio e stremato il ceto operaio. Tutti più poveri, in nome della giustizia sociale.

Pensioni - Per tenersi buona la sinistra radicale, il governo Prodi ha varato una controriforma delle pensioni. Mentre in tutta Europa si innalza l’età pensionabile per garantire la tenuta dei sistemi previdenziali, l’Italia ha fatto un passo indietro cancellando lo “scalone” introdotto dal governo di centrodestra. Era previsto che dal primo gennaio di quest’anno per ottenere la pensione d’anzianità occorressero almeno 60 anni d’età e 35 di contributi: il governo di centrosinistra ha stabilito che basteranno 58 anni. Questa scelta va contro le ragioni della demografia e della stabilità finanziaria e mette a rischio le pensioni di chi comincia, o ha cominciato da poco, a lavorare.

Spesa pubblica – Per la controriforma delle pensioni, la compagnia di giro del Professore ha sperperato circa 10 miliardi di euro, parte del “tesoretto” ottenuto con la spremitura fiscale. Non basta: i rivoli della spesa pubblica si sono moltiplicati in diverse direzioni, per motivi clientelari, nell’ansia governativa di recuperare briciole del consenso perduto. L’esercito pletorico degli statali ha avuto aumenti consistenti della retribuzione senza che, in cambio, ci fossero impegni vincolanti per dare efficienza, trasparenza e responsabilità alla pubblica amministrazione.

Ripresa a rischio – Mentre il governo del centrodestra, dal 2001 alla primavera del 2006, ha dovuto fronteggiare gli effetti della recessione innescata dall’11 settembre, Prodi si è insediato quando soffiavano i venti della ripresa. Ma la sua ricetta (tasse e spesa) ha frenato le possibilità di sviluppo, ha diffuso sfiducia e preoccupazione nel Paese. Nessun impulso positivo è venuto al sistema Italia dal governo, non ci sono stati interventi di razionalizzazione, nulla è stato fatto per la ricerca e l’innovazione tecnologia, non si è avviato alcun progetto, ad esempio, per ridurre la dipendenza dell’Italia dall’estero per l’energia, o per sviluppare l’agricoltura italiana.

Infrastrutture bloccate – L’Italia ha bisogno di mettersi al passo con gli altri Paesi industrializzati con un sistema di infrastrutture e grandi opere adeguate ai tempi. Il governo Berlusconi aveva individuato e avviato opere importanti per la modernizzazione del Paese. Le grandi infrastrutture non si realizzano in sei mesi, occorrono anni. Il governo Prodi ha bloccato ogni slancio, ogni progetto. Ha avuto un peso rilevante il potere di interdizione esercitato dalla sinistra radicale e ambientalista, ideologicamente contraria alle modernizzazioni vere, legata a una visione superata o utopistica della società e dei suoi bisogni. Esemplare la vicenda della Tav, la tratta ad alta velocità Torino-Lione che dovrebbe collegare l’Italia alle grandi correnti del traffico intercontinentale. Il progetto è fermo, siamo ancora all’accertamento del cosiddetto “impatto ambientale” e intanto rischiamo di perdere il finanziamento europeo e di restare chiusi nella cerchia delle Alpi.
Lo stesso discorso vale per i rigassificatori, nuove centrali, termovalorizzatori, inceneritori. Tutto fermo per i “niet” dei compagni ultrambientalisti.

Rifiuti – Proprio la mancanza di moderni impianti di smaltimento ha provocato il disastro ambientale a Napoli e in altre zone della Campania. Una grande città sommersa della “monnezza”, l’autorità dello Stato consumata nei roghi dei cassonetti, l’immagine dell’Italia irrimediabilmente compromessa agli occhi del mondo. Un governo imbelle ha tollerato gli sperperi e le malefatte della Regione Campania e del Comune di Napoli per mero spirito di fazione, per solidarietà politica con Bassolino e la Iervolino, esponenti di un centrosinistra che ha irrimediabilmente fallito.

Lacerazioni – Il governo Prodi ha inferto gravi ferite al Paese anche sotto il profilo del costume politico. Non ha mai smesso di alimentare odio e disprezzo per chiunque osasse criticare i padroni del vapore. All’occupazione sistematica di tutte le posizioni di potere e di sottogoverno, si è accompagnata la costante demonizzazione degli avversari politici, dell’opposizione. Più volte la funzione del Parlamento è stata mortificata: la finanziaria 2007 è stata un mostro giuridico-legislativo partorito con tanti voti di fiducia.
La sinistra estrema al potere, d’intesa con gli iperlaicisti residuati dall’Ottocento, ha cercato di scavare fossati per isolare i cattolici. L’episodio grave, vergognoso della Sapienza, è un sintomo inquietante del clima illiberale, antidemocratico. L’aver impedito al Papa, al vescovo di Roma, di parlare nell’università della Capitale è un fatto che ha squalificato l’Italia di Prodi in tutto il mondo civile.

Sicurezza – In tutta Italia c’è una forte domanda di sicurezza. I cittadini sono preoccupati per l’aggressività di una malavita diffusa, resa più pericolosa dai nuovi innesti portati dall’immigrazione clandestina. Il governo Prodi in materia di sicurezza ha dato il peggio di sé. Dopo avere annunciato una serie di misure che sarebbero dovute essere draconiane e risolutive (pene più severe e certe per i crimini che suscitano allarme sociale, dagli scippi alle rapine in casa, dallo sfruttamento dei minori alle violenze sessuali e alla guida in stato di ebbrezza o sotto l’effetto della droga) l’esecutivo di centrosinistra ha varato soltanto quattro confusi disegni di legge e un decreto, abortito e rifatto, per consentire ai prefetti l’espulsione degli stranieri, anche comunitari, ritenuti pericolosi per la pubblica sicurezza.
Siamo ancora in alto mare. E intanto alle forze dell’ordine mancano uomini e mezzi: il governo ha aumentato la spesa pubblica, ma non ha sentito il dovere di assicurare alle forze di polizia le auto e la benzina.

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