La scelta del Papa di non recarsi alla ‘Sapienza’ suggerita dalle “autorità italiane”, la proposta di revisione della legge 194, la condanna dei registri delle unioni civili e del divorzio express.
Il tutto in un quadro negativo dell’Italia, Paese “sfilacciato” e “a coriandoli”.
Ed ancora: l’invito ai cattolici in politica ad appellarsi al voto di coscienza, la condanna dell’emergenza rifiuti a Napoli frutto anche di “mala-politica”, l’emergenza finanziaria e salariale per molte famiglie. È una prolusione a 360 gradi quella che il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza episcopale italiana, ha rivolto ai vescovi, aprendo il Consiglio permanente della Cei, in corso a Roma fino a giovedì.
No a Sapienza suggerito da autorità italiane
Annullando la visita all’università La Sapienza il Papa non si è tirato indietro, ma ha compiuto una rinuncia che “si è fatta necessariamente carico dei suggerimenti dell’Autorità italiana”. Bagnasco denuncia il “settarismo illiberale, antagonista per partito preso”, che ha voluto imporre a Benedetto XVI “la sua chiassosa volontà”.
Il presidente della Cei, che aveva definito “chiuso” il caso della Sapienza, torna sul “grave episodio di intolleranza”. “Il clima di ostilità, creato da una minoranza assolutamente esigua di docenti e studenti, ha infine suggerito questa amara soluzione”, ha detto l’arcivescovo di Genova.
“Una rinuncia quindi - ha sottolineato - che, se si è fatta necessariamente carico dei suggerimenti dell’Autorità italiana, nasce essa stessa da un atto di amore del Papa per la sua città”.
Voto di coscienza per i politici cattolici
Il cardinale Bagnasco torna a raccomandare ai politici cattolici che sui “temi moralmente più impegnativi” non valgono i “vincoli esterni di mandato” e l’unico giudice è la propria coscienza, “già convenientemente formata”. Mentre il Partito democratico discute il proprio manifesto dei valori, mettendo attorno allo stesso tavolo le diverse anime che lo compongono, il presidente della Cei non indirizza le proprie considerazioni ad una sola parte politica.
“Il voto di coscienza, in realtà, è una risorsa a esclusivo servizio della politica buona, e dunque, all’occorrenza, può e deve diventare una scelta trasversale rispetto agli schieramenti, e invocabile in ogni legislatura”, dice l’arcivescovo di Genova.
“Non si tratta, qui, di un’imposizione esterna - aggiunge Bagnasco - ma di una scelta da operare liberamente in una coscienza già convenientemente formata. Rispetto alla quale - afferma il cardinale concludendo il ragionamento - non possono esistere vincoli esterni di mandato, in quanto la coscienza è ambito interno, anzi intrinseco, alla persona, e dunque obiettivamente non sindacabile”.
“Nessuno pensi che dietro a queste parole ci sia un disegno egemonico che si vuol perseguire”, conclude il presidente della Cei.
Italia paese sfilacciato e ridotto ‘a coriandoli’
L’Italia è un Paese che “si presenta sempre più sfilacciato”, frammentato al punto da apparire ridotto addirittura “a coriandoli”, come “avvertono gli esperti”.
Una denuncia forte, fortissima. “A noi vescovi - prosegue il presidente della Cei - interessa, se possibile, guardare più in profondità, alla crisi interiore che è in parte causa e radice della stessa crisi pubblica, seppur non ci sfuggono le tante, innumerevoli testimonianze di bene che prendono forma sul territorio, e neppure ci sfuggono una diffusa riservatezza e capacità di sopportazione che rappresentano esse stesse, se si vuole, un indizio di possibile ripresa e capacità di futuro”.
No a unioni civili e divorzio express
Un ‘no’ tondo ai registri delle unioni civili istituiti a livello municipale, così come alla proposta di legge sul cosiddetto “divorzio breve” in discussione al Senato. “La Chiesa dice sì alla famiglia, fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna - ammonisce Bagnasco - per questo si oppone alla regolamentazione per legge delle coppie di fatto, o all’introduzione di registri che surrogano lo stato civile”.
“Non la muove il moralismo, o peggio il desiderio di infliggere pesi inutili o di frapporre ostacoli gratuiti”, sottolinea Bagnasco. Al contrario, “abbiamo a cuore davvero il futuro e il benessere di tutti”.
Aborto delitto abominevole, rivedere la legge 194
Rivedere la legge 194, dare fondi ai consultori e ai centri di aiuto alla vita, sostenere l’iniziativa promossa da Giuliano Ferrara sulla moratoria sull’aborto, considerato “delitto abominevole”. Lo chiede a gran voce il cardinale Angelo Bagnasco, che decide di dedicare una lunga parte del suo intervento alla Cei al tema dell’aborto e della legge 194.
“Occorre razionalmente non escludere almeno l’aggiornamento di qualche punto della legge”, sottolinea Bagnasco, precisando tuttavia che “noi vescovi continueremo a dire che non ci può mai essere alcuna legge giusta che ‘regoli’ l’aborto”. Infatti, al pari della pena di morte, si tratta di un “delitto abominevole”, di una “ingiustizia totale”, dell’“uccisione di esseri innocenti e assolutamente indifesi”.
Rifiuti, non solo camorra ma anche mala-politica
Piovono critiche da parte del cardinale Angelo Bagnasco sulla vicenda dell’immondizia a Napoli. “Affidabilità e credibilità - dice il presidente della Cei - sono vistosamente in gioco anche nella vicenda delle immondizie che da troppo tempo sta affliggendo Napoli e la Campania senza che l’opinione pubblica locale e nazionale riesca a capire come stiano effettivamente le cose: fino a dove c’entra la malavita organizzata e le complicità di cui essa gode - conclude Bagnasco - e dove comincia la mala-politica, la latitanza amministrativa, il palleggiamento delle responsabilità, l’ignavia delle istituzioni”.