La stragrande maggioranza dei cittadini ha idee più chiare, molto più chiare, di lorsignori che nelle stanze del Palazzo brigano e manovrano per scongiurare una crisi aperta da tempo.
Gli italiani vogliono e reclamano che il governo Prodi vada a casa, per restituire al popolo sovrano il potere di decidere, col voto, il suo futuro.
I risultati di sondaggi e inchieste sono concordi e inequivocabili: il fallimento del governo dell’Unione s’è consumato, prima che in Parlamento, nel Paese, fra lavoratori e produttori di ogni ceto e categoria, nelle troppe famiglie impoverite da una politica fiscale ed economica dissennata.
A fotografare in maniera incontrovertibile la situazione è l’ultimo rapporto dell’Eurispes, basato su interviste condotte con metodo scientifico su un campione significativo della popolazione. La ricerca è stata conclusa pochi giorni fa.
Il dato più importante: soltanto un italiano su quattro ha fiducia nel governo Prodi (25,1%); agli inizi del 2007 i fiduciosi erano il 30,7%. Il 40,4 % ha dichiarato di avere poca fiducia nell’esecutivo e il 31,1% non ne ha nessuna.
Il giudizio negativo sul governo non viene espresso soltanto da chi ha votato o si riconosce nelle posizioni del centrodestra, ma è condiviso dalla maggioranza degli elettori dell’Unione. Gli “sfiduciati” sono il 56,2% fra gli intervistati che si definiscono “di sinistra” (21,5 punti percentuali in più rispetto all’anno scorso) e il 59,6% di quelli che si definiscono “di centrosinistra” (31,4 punti percentuali in più rispetto al 2007). Nel corso del 2007 il Professore e la sua squadra sgangherata anno consumato lo scarso consenso di cui godevano e oggi sono al punto più basso della parabola.
Prima ancora che da alleati e rissosi rivali nell’Unione, Romano Prodi è stato abbandonato dai suoi stessi elettori e la solidarietà di pochi “giapponesi” che si ostinano a manovrare nella giungla della politica non lo aiuta ad affrontare la resa con un minimo di dignità.
I dati dell’Eurispes sono stati sostanzialmente confermati dai sondaggi che ieri sono stati trasmessi a Porta a Porta e a Ballarò. Il governo è cotto da tempo, Prodi è bollito. Queste altre indagini demoscopiche hanno messo in risalto un ulteriore elemento: la maggioranza degli italiani ritiene inevitabile la crisi e desidera che si vada subito a votare. Sono soltanto una minoranza coloro che auspicano la formazione di un governo tecnico o di transizione.
Ma Prodi si ostina a insistere e a resistere alla forza dell’evidenza. Un uomo solo al comando del nulla, di un fallimento che è già costato troppo al Paese. L’ostinazione del Professore è anche comprensibile se si pensa che questo politico, di formazione dirigista e statalista per il ruolo svolto nell’industria di Stato, non ha mai avuto la capacità e la sensibilità di ascoltare i cittadini e di sintonizz