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 CRONACHE MARZIANE Data: 23/01/2008
Appertiene alla sezione: [ Politica ]
di Mario Giordano -
La sai l’ultima? «Il governo Prodi ha rimesso in piedi il Paese». Sicuro, proprio così. L’ha detto il medesimo premier parlando alla Camera. Che l’abbia detto lui, del resto, è abbastanza scontato: altrimenti chi altro avrebbe osato tanto? Ormai persino i parenti stretti di Prodi hanno qualche titubanza: prima di fargli un complimento stanno attenti che nessuno li veda. È piuttosto sorprendente, invece che il premier abbia detto quella frase alla Camera dei Deputati: fino a prova contraria le barzellette hanno già una loro sede istituzionale. Ma è il Bagaglino, non il Parlamento.
Quello che bisogna riconoscere assolutamente a Prodi è una dose di coraggio da far paura. Mentre l’Italia cade a pezzi, tutti gli istituti di ricerca mettono in evidenza lo sfascio avanzante, i sondaggi rivelano l’insoddisfazione generale, lui si presenta in aula a dire che «ha rimesso l’Italia in piedi». Ricorda quel ministro di Saddam Hussein che in tv giurava: «Le nostre truppe stanno combattendo eroicamente e hanno respinto l’assalto dei nemici». E intanto si vedevano i carri armati Usa che avanzavano dietro le sue spalle. Se non sbaglio fu soprannominato Alì il Comico.
Ecco Prodi è una specie di Alì il Comico in salsa bolognese. Bankitalia ha appena certificato che le spese non sono state tagliate? Ebbene, lui se ne impipa e proclama, alla faccia dei numeri, che le spese sono state tagliate. In venti mesi non è riuscito nemmeno a farsi ricevere da Bush? Ebbene, lui se ne impipa e proclama, alla faccia della realtà, che l’Italia ha avuto «il posto che le spetta nello scenario internazionale». E avanti così: in quindici minuti alla grande in cui ha smentito in ordine sparso: i dati Istat, i dati Ocse, le ricerche Censis, i sondaggi di Repubblica, il Financial Times, il Wall Street Journal, il Papa, la Cei, il Fondo monetario internazionale e forse anche la lattaia sotto casa.
Suvvia, siamo seri: non ci crede nemmeno lui. A un certo punto è riuscito persino a dire che questo governo «ha creduto e crede nell’ambiente e nella sua tutela». Eccome no. Si è visto, quanto crede nell’ambiente e nella sua tutela, l’ha potuto ammirare in mondovisione tutto il pianeta. Basta dare un’occhiata a Napoli e alla Campania. Questo governo crede nell’ambiente tanto quanto noi crediamo all’uomo nero e al babau. Anche se, dopo aver visto all’opera Prodi, al babau ci crediamo un po’ di più. Lo ripetiamo: ci vuole un grande coraggio, e una emerita faccia di tolla, per sostenere oggi che l’Italia è stata rimessa in piedi. Sarebbe come se mio figlio prendesse quattro in matematica e dicesse: «Papà, oggi ho preso un bel voto». Che fai? Lo prendi a sberle? Gli togli la playstation? Ecco: anche a Prodi bisognerebbe togliere il giocattolo. Quello che ha fatto alla Camera non è stato un discorso politico: è il manifesto degli impuniti, la magna charta dei senza vergogna, il documento programmatico di un partito surreale, iperuranico, alieno. Un partito che ha perso il contatto con la realtà.
Ora mi dicono che Prodi ha messo in piedi un grande suk di parlamentari per cercare di restare a galla a tutti i costi. Il Supermercatone Romano è aperto. Ma come? Il centrosinistra non faceva lezioni di morale sull’argomento, solo poche settimane fa? Si cambia in fretta per non morire. O meglio, per resuscitare. Però quali siano le alchimie numeriche con cui il premier spera di realizzare il miracolo, poco importa: quello che importa è che il miracolo non riesca. Perché di barzellette ne abbiamo sentite abbastanza: non è con Alì il Comico che si può far vivere un governo. E, tanto meno, un Paese.

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