“Il voto del Senato porta a tutti gli italiani una sensazione di sollievo perchè il Paese ha bisogno di un governo operativo. Chiederemo perciò al capo dello Stato le elezioni, sperando che possano tenersi al più presto. Ci opporremo ad eventuali manovre di Palazzo”: così Silvio Berlusconi al Tg5.
“Pensavo che Prodi avesse qualche carta coperta, due o tre senatori a favore del governo. Questo non è successo. Quindi - ha aggiunto il leader di FI - non mi spiego come il Presidente del Consiglio si sia sottoposto ad una mezza giornata di critiche e di polemiche, che per lui non deve essere stata certo felice”.
Silvio Berlusconi ribadisce il suo ‘no’ a qualsiasi governo tecnico o istituzionale e chiede il ritorno immediato al voto. “Bisogna andare ad elezioni in tempi brevissimi senza tentennamenti” ha detto il leader di Forza Italia uscendo da Palazzo Grazioli.
Il Cavaliere ha quindi ribadito il suo fermo ‘no’ a governi istituzionali o tecnici. Sulla prima ipotesi ha sottolineato che “non avrebbe alcun senso” mentre sulla seconda ipotesi (un governo tecnico) ha detto: “No, serve un governo nuovo e pieno nella sua autorevolezza, che possa incidere anche con provvedimenti forti per rilanciare il Paese sulla via del benessere e dello sviluppo”.
“Non ho fatto nessuna data, ho detto soltanto che occorre ridare la parola ai cittadini perchè il paese ha bisogno in tempo più breve possibile di un governo operativo e autorevole, con una forte maggioranza, che faccia le cose necessarie”. Così Berlusconi, in collegamento telefonico con Porta a Porta.
Sono finiti i margini del dialogo sulla legge elettorale con Walter Veltroni?, chiede Bruno Vespa a Silvio Berlusconi in collegamento telefonico con Porta a Porta.
“Sì - risponde deciso il Cavaliere - perchè la sinistra non ha saputo trovare un accordo al suo interno. C’è una buona elettorale, che è quella vigente. Si può togliere in un mese l’anomalia dei premi di maggioranza regionali e portarli a nazionale, per avere una maggioranza alla Camera e al Senato”.
Vespa chiede se con questa legge non si avrebbero di nuovo maggioranza non robuste in uno dei due rami del Parlamento. “Non è vero - risponde Berlusconi - i nostri conti sono opposti e dimostrano che la nostra maggioranza sarebbe di almeno 30 senatori, ma anche di più”.
“Questo governo non è caduto, come il mio, per una spallata dei giudici. La crisi è stata procurata da un implosione interna, come avevo detto da tempo. Ancora una volta ho avuto ragione io”.
“Il Partito della libertà è aperto a tutti, possono entrarvi tutti”. Così Berlusconi ha risposto ai cronisti che gli chiedevano se il centrodestra accoglierà il leader dell’Udeur, Clemente Mastella.
“Sono spiacente per lui personalmente, perchè so le difficoltà che si hanno a tenere insieme le coalizioni e i governi”. Così Berlusconi, lasciando Palazzo Grazioli ha risposto ai cronisti che gli chiedevano una dichiarazione nei confronti del presidente del Consiglio.
Come ha accolto la notizia della bocciatura della fiducia in Senato? “Con senso di responsabilità” ha risposto l’ex premier, sottolineando di non aver “festeggiato” con i parlamentari subito accorsi a Palazzo Grazioli ma di aver “semplicemente fatto le congratulazioni ai senatori”.
“Fino all’ultimo - ha concluso - avevamo temuto, i miei alleati e io, che il presidente del Consiglio avesse delle carte coperte, perchè sembrava strano che potesse passare mezza giornata in Senato a sentire critiche e accuse senza avere delle carte in mano”.