Roma - Solo poco più di un terzo delle famiglie italiane (il 38,2%) riesce ad arrivare alla fine del mese. Lo rileva l’Eurispes nel Rapporto Italia 2008. In un anno è raddoppiata, passando dal 5% al 10%, la percentuale delle famiglie che ricorre a prestiti personali. In pochissimi riescono ancora a risparmiare qualcosa alla fine del mese: il 13,6% contro il 25,8% del 2007 e il 27,9% del 2008.
In un anno la situazione economica delle famiglie è "decisamente peggiorata", rileva ancora l’Eurispes spiegando che il 32,1% degli italiani registra lievi segnali di peggioramento economico del proprio nucleo familiare (rispetto al 25,7% del 2007) e il 13,7% percepisce un peggioramento economico di più marcata entità (rispetto all’11% del 2007).
Sempre più debiti Aumentano anche i debiti che le famiglie sono costrette ad accollarsi: nel primo semestre del 2007 sono cresciuti del 9,9% rispetto allo stesso periodo del 2006. Se in termini assoluti a pesare sono soprattutto i mutui per la casa, in valori percentuali è il credito al consumo a registrare il maggiore aumento (+17,6%). "Nessun dinamismo economico, solo necessità", commenta l’Eurispes. La regione più indebitata è la Lombardia. Un italiano su quattro ricorre al credito al consumo e ormai si compra a rate di tutto. Prestiti anche per pagare visite mediche, viaggi o libri scolastici.
Prevale il pessimismo Il 78,5% degli italiani nutre poi pessimismo e sfiducia nella situazione economica complessiva che si prospetta nei prossimi dodici mesi: se per il 30,8% il quadro economico italiano resterà così com’è, per il 47,7% esso è destinato addirittura a peggiorare . "Questo sentimento di pessimismo - afferma l’Eurispes - è il più alto registrato nel corso degli ultimi 6 anni". Soltanto il 10,9 % dei cittadini continua a guardare con speranza al futuro dell’economia italiana.
Saldi e discount L’istituto ha anche sondato la percezione degli italiani rispetto al caro-vita: per più di 9 italiani su 10 (il 19% in più rispetto all’anno precedente) nel corso del 2007 i prezzi sonio aumentati. Ricorso ai saldi (67,9%), acquisto di alimentari nei discount (54,8%), taglio delle spese in più, come quelle per pasti fuori casa, regali o viaggi. Queste le ricette messe in campo dalle famiglie italiane per sfangare anche la quarta settimana.
Si lavora poi di più Secondo i calcoli dell’Eurispes le famiglie italiane debbono integrare i loro redditi ufficiali con un reddito in nero pari mediamente a 1.330 euro al mese. "La presenza di una sorta di buco, rappresentato dalla differenza tra il reddito netto disponibile e le esigenze basilari per condurre una vita dignitosa, si riscontra nei bilanci di tutte le tipologie familiari", si legge nel rapporto. Si può dunque immaginare che ci sia un aiuto da parte delle famiglie di origine ma che soprattutto si diventi "stakanovisti per sopravvivere" cercando di portare a casa un secondo reddito.
Doppio lavoro per 6 milioni Sarebbero almeno 6 milioni i "doppiolavoristi", ovvero il 35% del totale dei lavoratori dipendenti "costretti ad effettuare un doppio lavoro per fare quadrare i conti e arrivare alla fine del mese". Nel mercato del lavoro nero si annoverano anche tanti immigrati, pensionati e casalinghe.
Occupazione in nero Inoltre l’Eurispes stima che il 50% delle persone in cerca di occupazione lavori totalmente in nero. C’è infine la lunga lista delle categorie dei lavoratori autonomi, dagli idraulici alle sarte, dai giornalisti free lance agli istruttori sportivi, dagli infermieri agli addetti alle pulizie, dai muratori ai produttori assicurativi.
Economia sommersa: il 35,5% del pil L’Eurispes stima che l’economia sommersa in Italia abbia generato nel 2007 almeno 549 miliardi di euro. Sempre secondo i calcoli dell’istituto - il nostro sommerso attualmente equivale ai pil di Finlandia (177 mld), Portogallo (162 (mld), Romania (117 mld) e Ungheria (102 mld) messi insieme. Se si somma al sommerso l’economia criminale, quella legata alle mafie o altre forme di criminalità organizzata, si arriva a 725 miliardi, quasi la metà del pil prodotto ufficialmente. L’incidenza dell’economia sommersa rispetto al pil ufficiale prodotto nel nostro Paese è di almeno il 35,5%. La sola economia criminale, vale invece l’11,3% del pil.