Per le prossime elezioni, per la sinistra, si profila una conferma del principio che, di questi tempi, le elezioni “si possono solo perdere”: è infatti il “no” ad un partito, a un leader o a una coalizione che determina la vittoria della controparte.
L’ultimo sondaggio di Renato Mannheimer sul Corriere della Sera di oggi ricorda infatti che sul centrosinistra pesa il giudizio negativo che oltre il 70% degli intervistati assegna all’esperienza del governo Prodi. Ciò che fa intuire il suggerimento: per contenere le perdite, il centrosinistra deve liberarsi di Prodi.
Il sondaggio conferma il vantaggio del centrodestra di circa 9-10 punti, con Forza Italia come partito più in forma attestato intorno al 28-29% (da notare però che Mannheimer è sempre stato molto contenuto nel valutare le intenzioni di voto per il partito di Berlusconi).
La parte più importante del sondaggio, e la sua finalità, consiste nel valutare la differenza nel probabile comportamento degli elettori nei confronti del Partito democratico a seconda che si presenti da solo o in alleanza con altri partiti della sinistra anche intorno ad un programma da esso dettato.
Nel confronto tra le due coalizioni “tradizionali”, il centrodestra batte il centrosinistra per 54 a 44,5% e il Pd ottiene il 28,5%, cioè meno della somma di Ds e Margherita (31,3%) ottenuta nel 2006.
Diversa la prospettiva se il Pd si presenta da solo: il centrodestra si attesta sul 51% e il centrosinistra sul 48,5% di cui il Pd al 33,5%.
In altre parole, presentandosi da solo, il Pd riuscirebbe a strappare un punto percentuale dal resto dell’area di sinistra, sarebbe in grado di attirare 3 punti percentuali dall’area di centrodestra e attirerebbe una parte del voto degli indecisi, aumentando comunque in tutto di 5 punti percentuali: dal 28,4% al 33,5%.
Ancora più netto nei numeri, il sondaggio dell’Ipr per Repubblica. Ipotizzando quattro scenari diversi, persino il giornale antiberlusconiano per eccellenza, dà la vittoria al centrodestra, sempre e comunque.
Nella prima ipotesi, vale a dire nel confronto fra centrodestra e centrosinistra come nel 2006, la Casa delle Libertà vincerebbe con una percentuale del 55,7% contro il 44 della ex Unione e il Pd di Veltroni otterrebbe soltanto il 24% dei consensi. Vittoria per Berlusconi con il 53,7% contro un virtuale 46 ottenuto dalla somma delle percentuali ottenute da tutti i partiti di sinistra, anche nel secondo scenario, Partito Democratico da solo e CdL unita. Solo che in questo caso il sindaco di Roma raggiungerebbe quota 30.
La terza ipotesi prevede il Pd in corsa solitaria, una lista Grillo e la CdL: il centrodestra mantiene inalterato il consenso mentre il Pd e le forze di sinistra dovrebbero cedere circa il 7% alla lista del comico genovese.
Infine l’ipotesi del Pd solitario, una lista Grillo e la cosa Bianca in campo darebbe come risultato la vittoria del Cavaliere con il 46% contro il 43 della centrosinistra più Grillo. La Cosa Bianca otterrebbe il 10,7% mentre il Pd crollerebbe al 24%.
Due sondaggi che confermano ambedue la bontà dell’intenzione veltroniana di spogliarsi della zavorra comunista ma che soprattutto confermano, sempre e comunque, la vittoria di Berlusconi. Una vittoria senza se e senza ma.