Sessantacinque cambi di casacca in due anni. La legislatura che sta morendo ha visto nascere la Rosa Bianca di Bruno Tabacci e Mario Baccini, usciti dall’Udc che aveva perso quasi subito Marco Follini (Italia di mezzo). I Ds perdono 22 deputati e 12 senatori che danno vita alla Sinistra democratica di Mussi. Dalla quale si stacca poi la corrente Socialisti per la costituente di Gavino Angius. Fuori dalla ex Quercia anche Aleandro Longhi (ora al Pdci), Valdo Spini e Fabio Baratella, passati alla Rosa nel Pugno. Da qui escono Giorgio Carta (Psdi) e Daniele Capezzone, mentre entra Mauro Del Bue (ex Nuovo Psi). Lasciano il Pd anche Willer Bordon e Roberto Manzione (Unione democratica), l’ex An Domenico Fisichella e i Liberaldemocratici Lamberto Dini, Giuseppe Scalera e Natale D’Amico. Il primato della velocità spetta a Sergio De Gregorio, che ha scaricato subito Antonio Di Pietro. Seguito da Giuseppe Ossorio e Salvatore Raiti (ora al Pd) e Franca Rame. Dal Prc scappano Salvatore Cannavò e Franco Turigliatto, mentre il Pdci si scopre orfano di Ferdinando Rossi. La Destra di Francesco Storace strappa ad An sette parlamentari. Fini lascia per strada anche Gustavo Selva (Forza Italia). L’ultimo strappo, tra le lacrime, è quello di Nuccio Cusumano (Udeur).