Lista unica con An alle politiche che si chiamerà “Popolo della libertà”, federata con la Lega. Poi, una volta vinte le elezioni, governo con 12 ministri che presenterà subito dieci provvedimenti urgenti da approvare.
Silvio Berlusconi interviene in diretta telefonica durante la trasmissione “Panorama del giorno” e annuncia le novità in vista del 13 aprile: “Non ci sarà né il simbolo di Forza Italia, né il simbolo di An, ci sarà il Popolo della libertà”.
Poi, in Parlamento, subito l’organizzazione di un “gruppo parlamentare unico”. “Altro non è - sottolinea il Cavaliere - che un ulteriore passo avanti” in quel processo “che aveva trovato conferma pubblica a Piazza San Babila: un movimento grande e importante che unisse tutti i cittadini italiani, liberali e moderati, che non si riconoscono nella sinistra”.
Per gli alleati le porte sono aperte: “Spero che ci starà anche l’Udc”, mentre la Lega, “un partito fortemente radicato” al nord “si federerà”. Ma nel progetto “saranno i benvenuti tutti i rappresentanti dei raggruppamenti più piccoli che vorranno unirsi a noi”.
Il leader azzurro chiarisce: “Non c’è nessuna contromossa da parte mia e da parte nostra rispetto alla decisione di Veltroni”. Il segretario del Pd “non ha fatto una scelta da attribuirsi al coraggio, ha fatto una scelta di necessità perchè si doveva, e si deve, togliere dall’abbraccio mortale della sinistra radicale e antagonista con cui non è riuscito ad andare d’accordo in meno di due anni di governo”.
Berlusconi annuncia che il programma di governo sarà definito prima del voto. “Continueremo con i gazebo per sottoporre ai cittadini la scelta delle priorità. Presenteremo un programma sottoforma di disegni di legge e indicheremo quanti approveremo al primo Consiglio dei ministri, quanti al secondo e così via via nei primi cento giorni. Credo - dice il presidente di FI - che saranno una decina di punti che toccheranno tutti i settori per rimediare sia alle inefficienze strutturali dell’Italia, sia ai danni combinati da questo governo nei suoi 18 mesi”.
E proprio sul governo di Romano Prodi il Cavaliere fa una considerazione: “Non c’è stata la spallata, che è un termine dei media e non mio. La sinistra ha perso la maggioranza per implosione interna su un tema importante come la giustizia. Tutti ricordano - aggiunge l’ex premier - come venni trattato, non solo dai grandi giornali, quando dicevo che la sinistra sarebbe implosa e che si sarebbe votato ad aprile”.
Ora i progetti sono chiari: “Il prossimo governo dovrà lavorare per ricostruire l’immagine dell’Italia che è stata mondialmente distrutta” dall’esecutivo Prodi, che ha provocato “danni incalcolabili al nostro paese e ha lasciato l’Italia e i cittadini più poveri e più insicuri”.