Nella Regione dell’emergenza rifiuti diventa assessore all’Ambiente un feroce e battagliero oppositore dei termovalorizzatori. E’ proprio vero e, purtroppo, non siamo su “Scherzi a parte”.
Costretto a un sostanzioso rimpasto della Giunta, Bassolino ha deciso di regalare al commissario De Gennaro, a 87 giorni dalla scadenza del mandato, l’interlocutore politico che meno si aspettava e meno si meritava: Walter Ganapini, presidente di Greenpeace, docente universitario e verde fondamentalista.
Il governatore ha garantito per lui: “Se sta qui è perchè è evidente che sostiene la linea della giunta, che è quella dei termovalorizzatori”. Se ha ragione, occorre dire che Bassolino deve essere stato molto convincente nei riguardi del professor Ganapini, che ha barattato le sue incrollabili idee per una poltrona in giunta con la velocità di un fulmine.
Non si può infatti dire che abbia cambiato opinione dopo un lungo e doloroso percorso di riflessione. Soltanto un mese fa o poco più, il 6 gennaio scorso, rilasciava infatti al Manifesto un’intervista così titolata:”Fermiamo la lobby degli inceneritori”.
Rispondendo alle domande del quotidiano, diceva:”A essere sotto accusa è la gestione degli ultimi tre governi e l’assimilazione degli inceneritori a strumenti di termovalorizzazione, di produzione, cioè, di energia pulita”. E indicava la “strada giusta”, cioè quella di produrre energia “non in termovalorizzatori, ma in cementifici e in centrali elettriche”. E ancora: “Sfido chiunque a dimostrare che un inceneritore è un termovalorizzatore”.
Cosa è accaduto in questi trenta giorni? Forse la risposta va ricercata in quella stessa intervista, nella quale Ganapini addossa tutte le responsabilità per l’emergenza rifiuti sui governi nazionali e non spende una sola parola sulle colpe degli amministratori locali. Diceva: “Se a livello locale la malavita ha potuto fare affari è perché a livello nazionale si chiudeva un occhio per favorire le lobby dell’incenerimento e delle cave”.
E a livello locale? Non una parola, non vedevano e non sapevano. Non una parola su Bassolino, chiamato a giudizio per truffa e altri reati proprio per i suoi rapporti con la lobby Impregilo. Il governatore si sa, è uomo di mondo e sa come ricompensare gli amici. Più che mai un avvocato difensore disposto a infoltire il plotone dei suoi legali e, perfino, ad abbandonare la sua creatura, Greenpeace, dalla quale arrivano richieste di dimissioni.