La regione più ricca d’Europa è l’area di Londra, la più povera il nordest della Romania (da poco entrata nell’Ue) e la Campania si colloca vicino a quest’ultima con un preoccupante arretramento rispetto agli anni passati.
Nell’assegnare queste nuove pagelle, l’Eurostat indica i livelli di benessere o di malessere delle varie regioni e implicitamente ne denuncia la buona o cattiva gestione. Tanto da farci dire che Bassolino ottiene una meritata bocciatura che non può nemmeno tentare - come costume della sinistra - di scaricare su responsabilità altrui: da tanti, troppi, anni lui rappresenta il deus ex machina di questa affascinante ma sciagurata regione.
In Italia non c’è territorio più povero della Campania, nonostante siano stati usati tutti gli incentivi di Agenda 2000, così come certificano i dati sui fondi europei. Ma anche girando per l’Europa, è difficilissimo trovare un’area più arretrata, almeno tra i Paesi con lunga permanenza nell’Unione Europea.
E, oltre alla classifica in sé, ciò che preoccupa maggiormente è la tendenza: in un confronto della classifica del 2005 con quella del 2000, la Campania perde sedici posizioni e viene superata da tre regioni della Repubblica ceca, da una polacca, da una slovena e da una romena.
C’è da sperare che il governatore Bassolino, prima o poi, si faccia carico delle sue inadeguatezze amministrative e sappia dare una risposta a questo degrado che è culturale oltre che finanziario. E c’è da sperare che non faccia spallucce così come ha fatto sulla questione della monnezza. Il cui danno economico e ambientale è ricaduto ferocemente sul turismo napoletano: fiore all’occhiello nell’economia di quella regione. È notizia di questi giorni che l’albergo Santa Lucia, quello stesso che recentemente ha ospitato il Presidente Napolitano, ha chiesto il declassamento da 5 a 4 stelle per poter abbattere i prezzi nella speranza di aumentare i clienti. La Campania è ormai la Cenerentola d’Italia e di Europa: urge un nuovo Principe.