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 IL PROGRAMMA DI VELTRONI E' UN LIBRO DI SOGNI INGANNEVOLI Data: 26/02/2008
Appertiene alla sezione: [ Politica ]
I 12 PUNTI IN CUI E' SINTETIZZATO IL PROGRAMMA DI VELTRONI SONO SOLO INGANNEVOLI PROMESSE AGLI ELETTORI CHE DOVREBBERO FIDARSI DEL "SE PUO' FARE". ECCO PERCHè NON SE NE DEVONO FIDARE.
La balla dei mille euro. In più occasioni Veltroni ha dichiarato che il salario minimo non può essere inferiore a 1000-1100 euro netti. Parole di fortissima presa per i giovani con un contratto di lavoro precario, di norma largamente al di sotto dei 1.100 euro. Ora si scopre che non si tratta di un impegno erga omnes, bensì di un auspicio. Recita testualmente la scheda del programma di Veltroni: “Sperimentazione di un compenso minimo legale, 1000 - 1100 euro netti mensili, per i precari (collaboratori economicamente dipendenti)”. Una sperimentazione così timida da richiedere prima una “concertazione tra il governo e le parti sociali, con l’obiettivo di raggiungere i mille euro mensili”. Fin dal primo annuncio dei mille euro come compenso minimo molti si erano domandati, giustamente, “chi paga?”. Si trattava infatti di una promessa del tutto incompatibile con il mercato. Ora il bluff è venuto a galla da solo. Qualcosa da sperimentare dopo la concertazione governo-sindacati, “con l’obiettivo di raggiungere i mille euro”. Campa cavallo…

Veltroni sconfessa Visco. La contraddizione tra il proposito di Veltroni di ridurre le imposte, dopo che il governo Prodi le ha aumentate con l’avallo di tutti i ministri del Pd, è del tutto evidente. I contribuenti non sono così ingenui da non saperlo. E’ però curioso che il candidato premier del Pd si spinga ora a smascherare con una riga e mezza tutta la politica di Visco verso i lavoratori autonomi e le piccole imprese, che sono stati tra i bersagli più colpiti dal governo Prodi. Afferma il programma di Veltroni: “Migliorare il forfettone per le piccolissime imprese e non retroattività degli studi di settore”. E’ la presa d’atto che il “forfettone”, introdotto con la Finanziaria 2008 per le piccole imprese con ricavi fino a 30 mila euro l’anno, si sta rivelando un bluff, reso del tutto inapplicabile dalle circolari applicative emesse nelle ultime settimane. Quanto alla “non retroattività” degli studi di settore, il Pd ammette finalmente ciò che tutti gli operatori economici lamentavano da tempo: gli studi di settore di Visco erano e sono una minimum tax retroattiva, che obbliga a pagare le imposte anche sui redditi d’impresa inesistenti. Il che ha costretto decine di migliaia di piccole imprese e di esercizi commerciali a chiudere per overdose di tasse. Per farsene un’idea, basta percorrere una via centrale di Roma come via del Tritone: in media tre-quattro negozi su dieci hanno chiuso e cessato l’attività. E’ lo squallore che si lascia dietro la politica fiscale di Prodi-Visco. E le promesse di Veltroni non bastano per farlo dimenticare né per fare riaprire i negozi ormai falliti per troppe tasse.

Todos italianos. Veltroni si impegna a trasferire dalle questure agli uffici comunali il rilascio dei passaporti e dei permessi di soggiorno. Il motivo viene spiegato così: “la legge Bossi-Fini produce immigrazione irregolare”, pertanto il Pd vuole “cambiare la modalità di ingresso, con sponsor garantiti e certificati”. Il risultato non è difficile da immaginare: “todos italianos”. Infatti Veltroni propone “il voto agli immigrati nelle elezioni amministrative”, senza se e senza ma. Del tutto ignorato quel minimo di cautela previsto dalle norme Ue, che fanno dipendere l’ingresso di un extracomunitario dal possesso dei mezzi di sostentamento, vale a dire da un lavoro regolarmente retribuito. Non viene neppure spiegato dopo quanti anni gli immigrati acquistano il diritto di votare. Come tutto questo si possa conciliare con la pretesa del Pd di volere un governo “severo contro la clandestinità, duro con la criminalità e impegnato per la regolarità” è lasciato alla fantasia, al trito bla-bla con cui la sinistra ha sempre affrontato questo problema, spalancando le frontiere anche alla malavita internazionale e ai moderni mercanti di carne umana, infischiandosene della sicurezza degli italiani.

Scippi a banda larga. In materia di sicurezza, il programma di governo del Pd tocca punti di comicità. Specie dove afferma: “Applicare la nuova tecnologia (anche a banda larga) per chiedere e ottenere aiuto – in casa o per strada – in tempi rapidissimi”. Immaginate una vecchietta scippata per strada: di quale banda larga si dovrebbe avvalere per avere aiuto? Non sarebbe meglio, come proponiamo noi, aumentare il numero dei poliziotti di quartiere e incrementare i fondi per le forze di polizia?

Raccolta differenziata dei rifiuti. Il piano di governo del Pd si propone di incrementarne la diffusione. Proposito ottimo. Peccato che Veltroni a Roma, come sindaco, non sia riuscito ad andare oltre il 16 per cento, contro il 50 per cento di media di Milano e dei principali grandi comuni del Nord, che sono meglio amministrati dal Popolo della Libertà.

Cogestione in azienda. Il programma di Veltroni sostiene un punto che sembra sfuggito a molti: “Democrazia economica: più partecipazione dei lavoratori sia sul piano finanziario, sia su quello della governance”. In soldoni, cogestione alla tedesca. Ora, va bene fare la Bad Godesberg con 50 anni di ritardo. Ma mettere le mani sui consigli di amministrazione delle società private, per cogestirle magari sull’esempio di certe municipalizzate, è qualcosa che la sinistra poteva ambire di fare con le partecipazioni statali. Forse in Confindustria non hanno ancora letto bene il programma di Veltroni. Siamo curiosi di sapere cosa ne pensano.

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