Amici e sodali di lungo corso in buona parte delle amministrazioni italiane, avversari, più o meno agguerriti, a livello nazionale. In quasi tutta Italia, alle prossime elezioni Pd e Sinistra Arcobaleno in due schede elettorali saranno certamente alleati, in almeno altre due no. E lo strabismo di strategie e programmi rischia ( NOI CE LO AUGURIAMO!)sin d’ora di fare perdere punti e consensi ad entrambi i partiti.
L’ultima brutta notizia arriva dalla Sicilia, dove il centrosinistra dovrebbe presentarsi con il ticket rosa composto da Anna Finocchiaro e Rita Borsellino. Dovrebbe, appunto. Il condizionale è diventato d’obbligo perché sono bastate un paio di dichiarazioni dell’ex capogruppo al Senato del Pd a scatenare nell’Isola una ridda di mugugni e malcontenti. Oggetto della controversia, l’idea di proporre una “lista del Presidente” con a capo proprio la Finocchiaro e l’invito di quest’ultima a dare un “voto utile” (e cioè ai due più grandi partiti, Pd e Pdl) alle prossime elezioni nazionali.
Sono seguiti irritazioni e toni ultimativi. “Quelle dichiarazioni sono un imperdonabile errore politico. Non sto dicendo che correremo da soli. Tuttavia, valuteremo se il nostro voto è utile o no. Il nostro sostegno non è affatto scontato” ha intimato il senatore Gianni Battaglia, segretario regionale di Sinistra Democratica. Ma nei veti incrociati tra Pd e Sinistra Arcobaleno, la Sicilia non è destinata a restare un’eccezione.
Salendo per lo Stivale, c’è ad esempio il caso Campania, dove il prossimo 13 aprile voteranno per le amministrative quasi mezzo milione di persone. Complice anche il terremoto causato dall’abbandono di De Mita, su candidati e programmi da presentare il Pd sembra in alto mare. Di certo, non c’è stato alcun segno di dialogo con l’estrema sinistra e, almeno finora, non è neppure previsto il solito “tavolo programmatico”, anticamera del vero e proprio accordo elettorale.
Anna Finocchiaro e Rita Borsellino, il ticket del Pd per la regione Sicilia | Ansa
Le cose non vanno meglio nella Capitale. Se Gianni Alemanno, candidato a sindaco di Roma del PdL dovrà guardarsi dalla Destra di Storace, Francesco Rutelli non può di certo stare tranquillo. Da giorni, il Psi di Boselli non perde occasione per attaccarlo e ha già designato Franco Grillini come aspirante primo cittadino. In queste ore, poi, le fibrillazioni all’interno della coalizione che dovrebbe sostenere l’ex vicepremier sono cresciute. La Sinistra Arcobaleno ha chiesto di poter indicare già prima delle elezioni il vicesindaco (che dovrebbe essere Patrizia Sentinelli di Rifondazione Comunista) e preme per un impegno esplicito in favore dei diritti civili da parte dell’ex presidente della Margherita. Dal canto suo, Rutelli ha risposto che le unioni civili “sono le leggi dello Stato e Roma vi si attiene”, anche se ha accettato l’istituzione “di un centro internazionale della cultura omosessuale” in modo da “riconoscere e valorizzare ogni minoranza presente sul territorio”.
Intenzioni che non sono state evidentemente sufficienti a placare la diffidenza nata intorno alla Sinistra Arcobaleno. “Non sarò il leader politico che sono stato pur continuando a seguire il cammino del Pd. Se eletto, sarò il sindaco di Roma e di tutti” ha assicurato Rutelli.
Ma il 13 aprile, la divergenza di alleanze tra amministrative e politiche rischia di sottrarre molti voti ai due principali partiti del centrosinistra. E allora il tanto agognato Election day potrebbe riservare qualche brutta sorpresa a veltroniani e bertinottiani.