La procura della repubbolica di Bari, al termine di un "vertice" (sic) (cui ha partecipato il capo della squadra mobile di Bari, cioè il funzionaro di polizia che ha cooordinato le indagini e che ancora non ha spiegato perchè non ha effettuato nella "casa delle cento stanze" le ricerche approfondite che avrebbero portato al ritrovamento dei corpi dei fratellini da subito), pare abbia espresso parere negativo alla liberazione di Filippo Pappalardi. nonostante il quadro indiziario a suo carico, come rilevano tutti mass media e gli esperti, si sia notevolmente sgretolato. E' pur vero che il parere dei PM non è vincolante e che l'ultima parola spetta al GIP, ma è altresì strano che i PM pur dinanzi alle risultanze inequivocabili delle indagini e degli esami sinora compiuti, si ostinino a ritenre non mutato il quadro che portò all'arresto, 18 mesi dopo la scomparsa dei bambini, del loro padre. Si avverte una sorta di ostinazione tesa a difendere le risultanze di una inchiesta che alla fine si basa su testimonianze molto deboli e su intercettazioni che quanto meno lasciano perplesssi. Valga una per tutte. In una intercettazione il Pappalardi avrebbe detto alla compagna: "se dici dove sono i bambini mi ammazzo". Su questa intercettazione, che secondo l'avvocato di Pappalardi è stata tradotta male dal dialetto gravinese all'italiano, si poggia buona parte delle motivazioni dell'arresto, tardivo, del padre dei due bambini. Ma se la traduzione fosse esatta, se ne conseguirebbe che la compagna del Pappalardi era a conoscenza del luogo dove si trovavano i bambini e quindi sarebbe complice dello stesso. E allora perchè nè ha ricevuto un avviso di garanzia, nè è stata arrestata, con le stesse motivazioni che hanno portato in galera e in isolamento il padre dei due bambini dipinto come un padre padrone e non invece come sembra fosse in realtà, un padre rigoroso ma non per questo accusabile del più esacrabile dei delitti, l'uccisione dei propri figli? Noi, pur rispettando l'azione degli ivestigatori, riteniamo che nel dubbio Pappalardi debba essere liberato per evitare che la sua restrizione appaia cpome una sorte di indebito sequestro di persona e ci auguriamo che il GIP si sottragga alla abituale preponderanza dei pareri della Procura e assuma una decisione equlibrata, considerando che se il papaà dei bambini è innocente, la sua detenzione, in questo momento, si trasforma in una straziante violenza al dolore di un genitore cui si impedisce di partecipare alle ultime vicende dei suoi bambini.