"Ho gia’ avuto contatti non posso dire chi sono, devo mantenere il riserbo, ma ho fiducia e conto che si possa fare. Credo che per salvare l’Alitalia si dovra’ presentare una cordata di imprenditori italiani e che, ne ho parlato stamattina con Prodi al telefono, il governo debba prestarsi a un prestito ponte che dovrebbe consentire a questa cordata di mettere assieme un piano industriale e di fare una, due, diligence come non era stato consentito nella prima gara".
Lo ha affermato Silvio Berlusconi che, parlando della situazione Alitalia alla Confcooperative, ha dapprima rilanciato l’ipotesi di una cordata italiana per l’acquisto della compagnia di bandiera italiana e poi ricordato le condizioni di acquisto poste da Air France:
"Non penso che un Paese che abbia voglia di essere protagonista nel mondo possa rinunciare ad avere una compagnia di bandiera. Le condizioni presentate da Air France sono davvero irricevibili: tutti gli accordi che Alitalia dovesse fare con gli altri Paesi in tema di trasporto aereo dovranno avere il benestare di Air France, e’ inaccettabile.
Basta col trasporto merci in Italia, tutto passa sotto la Francia, dal 2011 non si possono avere piu’ cargo nostri. E poi la rinuncia ad una causa fatta da Sea nei confronti di Alitalia che ha mancato a certi impegni e la legge italiana e quella europea ci vietano di poterlo fare. Quindi hanno fatto una proposta arrogante ma soprattutto da parte nostra irricevibile. La compagnia di bandiera e’ il primo richiamo dei turisti stranieri per un Paese. Tutti gli uffici e le agenzie di Alitalia nel mondo sono il primo contatto degli stranieri che devono venire a visitare il nostro Paese. Se non avessimo la compagnia di bandiera, gli stranieri, i 100 milioni di ricchi indiani, i 100 milioni di ricchi cinesi che ci sono che dovrebbero aumentare nei prossimi anni del 50% il turismo internazionale, i tedeschi e i francesi li portano prima in Italia? Prima di tutto li porteranno a visitare la Francia, i castelli della Loira, e noi saremo la Cenerentola dell’Europa con uno status da Paese a cui mi ribello e di cui tutti dovremo vergognarci. Per cui, io che ero stato zitto perche’ non volevo intervenire nelle trattative con il governo, ieri sono sbottato e ho detto che non e’ possibile accettare questa cosa e ho fatto un appello agli imprenditori italiani, se hanno un briciolo di orgoglio e un briciolo di capacita’ di vedere il futuro. Un imprenditore del Nord per andare in giro nel mondo deve andare a Parigi? Ci sono aziende che hanno 20-30 sedi in tutto il mondo e devono passare attraverso un hub che non e’ situato in Italia?".