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 D’ALEMA ALLA PROCESSIONE DEI MISTERI DI GALLIPOLI: COSA SI FA PER UN VOTO Data: 22/03/2008
Appertiene alla sezione: [ Politica Nazionale ]
di Gianni Pennacchi

Come avrebbe reagito Santa Teresa d’Avila, se l’avessero disturbata durante una delle sue mistiche estasi? Sarà che è appena uscito dall’Antica Osteria, ma appoggiato al muro del solido vescovado Massimo D’Alema sta aspettando l’Addolorata, e lancia uno sguardo fulminante al cronista sceso sino a Gallipoli per vederlo umile e penitente alla processione del Venerdì Santo. Sii umile... «Sono qui in veste ufficiosa», sorride ad un graduato dei vigili urbani che va ad omaggiarlo ricordandogli di aver tenuto l’ordine cittadino «quando era presidente del Consiglio». E a parte il tacito ma chiarissimo avvertimento ai giornalisti di tenersi da parte e lontano, è lesto a trarsi dal pio raccoglimento per sorridere e salutare cordialmente la gente che gli passa davanti e lo tocca, farsi abbracciare e accarezzare da anziane mamme, rispondere «come no!» a chi gli pone la domanda più imbarazzante per un politico: «Mi riconosci?». Ma anche in questo concedersi c’è una punta di fastidio, quasi a fare intendere che il momento è serio e solenne, c’è un rito forte in corso, tratteniamo almeno per oggi le feste. Accanto a lui, Gino Schirosi candidato sindaco del Pd è invece costantemente raggiante, non ha molte speranze di strappare Gallipoli al centrodestra, ma la discesa pasquale di D’Alema lo conforta, e il poterlo mostrare ai concittadini è un’assicurazione sul voto. Lui, più attento e duttile, si fa serio e raccolto quando passa Gesù legato alla colonna, poi il Gesù che trascina la croce, infine par commosso quando giunge il gruppo del Cristo deposto, lo strazio delle pie donne e della Madre, mentre le dolenti note della marcia funebre suonata dalla banda Città di Gallipoli inteneriscono gli animi.
È storica e famosa, la processione dei misteri di Gallipoli. Muove dalle due chiese vicine del Santissimo crocifisso e di Santa Maria degli Angeli, sulla punta di Gallipoli, mentre l’ultimo raggio di sole si spegne in mare. E va avanti per tutta la notte, sino alle 2. Riprende dopo un’ora di pausa e si dipana sino al pieno mattino del Sabato santo, girando per tutte le chiese di Gallipoli, una ventina. Ogni chiesa una sosta e una Messa, col cambio dei portantini delle dieci statue che ricordano i misteri della via crucis. D’Alema però non se l’è fatta tutta sino all’alba: dopo aver alzato gli occhi al manto nero della Desolata, le mani stanche al Figlio nella bara e gli occhi senza più lacrime, ha abbandonato. Quando era ancora e davvero «il deputato di Gallipoli» veniva sempre alla processione del Venerdì Santo, raccontano. Aspettava la partenza davanti alle due chiese, prendeva posto con le autorità dietro il Cristo deposto tra i carabinieri col pennacchio, entrava nella cattedrale che è un capolavoro del barocco leccese, incassava la benedizione vescovile e macinava per Gallipoli almeno sino all’ora di cena. Erano due o tre anni, che non si vedeva più al Venerdì Santo. Che si sia convertito? Il suo candidato s’è fatto la croce, al passaggio dell’Addolorata. Lui no, ma non vuol dire. C’è chi ne ricorda il fervore con cui partecipò alla beatificazione di Padre Pio in Piazza San Pietro, nel maggio 1999: anche se il fido Marco Minniti lo superò nello slancio del bacio all’anello pontificio. E di ieri in ogni caso, vanno sottolineati i suoi occhi sgranati al passaggio dei penitenti, con la mantellina celeste e il saio rosso della Confraternita del Crocifisso, incappucciati, piedi scalzi e corona di spine ben calcata sulla testa. Ma Raffaele Fitto non ci crede, alla conversione di D’Alema. Anzi, tuona invocando che «qualcuno lo fermi in questo suo agitarsi pasquale in Puglia». Domenica delle Palme, racconta il leader pugliese del Pdl, D’Alema s’è presentato in una chiesa di Bari col sindaco per consegnare non so quale delibera, ieri era ai Misteri di Gallipoli. Per farla breve: Fitto lo vede in piena campagna elettorale, per difendersi da Veltroni e cercar di conservare quel po' di potere che gli è rimasto in Puglia.
Probabilmente è così. Però, vederlo ieri sera sotto le sacre immagini, stretto nel giaccone blu e con la sciarpa ben annodata al collo... Va bene, per raccattar dei voti si fa di tutto, ma siamo proprio sicuri che a D’Alema non si sia sciolto il cuore?

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