Il candidato leader del PD, il giovanevecchio Veltroni, in una conferenza stampa del dopo Pasqua ha promesso che se vincesse lui erogherebbe da luglio 2008 un aumento medio annuo di circa 400 euro ai pensionati ultrasessantacinquenni con reddito fino a 25 mila euro l'anno e di 200 euro l'anno agli stessi pensjonati con reddito oltre i 25 mila euro l'anno.
Veltroni, che a 52 anni, senza aver mai lavorato in vita sua, salvo che facendo il mestiere della politica sin da quando portava i calzoni corti, percepisce una pensione di 5.200 euro al mese, cioè circa 10 milioni di vecchie lire al mese, vorrebbe dare, fatti i conti, circa 33 euro al mese in più ai pensionati che abbiano più di 65 anni e un reddito annuo inferiore ai 25 mila euro. A parte il fatto che le pensioni medie degli italiani, ora che sono state calcolate ancora con il metodo retributivo, si aggirano intorno ai 16-20 mila euro l'anno, cioè quanto Veltroni percepisce dalla sola pensione in 4 mesi, le pensioni hanno subito nel corso degli ultimi dieci anni una minore capacità di acquisto che va dal 30 al 50% per effetto degli aumenti vertiginosi dei prezzi, senza che mai esse siano state adeguate se non di pochi euro all'anno, non lontani dei 33 euro mensili, una pizza e una birra, che Veltroni vorrebbe dare dal prossinmo luglio se gli riuscisse di "catturare" i voti dei pensionati. Ma nemmeno una parola sul vero problema: l'aumento dei prezzi e il costo enorme di enti, consulenti, e quant'altro che grazie alla politica succhiano soldi allo stato. Ci piacerbbe sentire da Veltroni e da tutti che dal prossimo maggio
saranno tagliati tutti i rami secchi della pubblica amministrazione e i soldi risparmiati, per esempio, dalla abolizione delle Provincia che costano 10 miliardi di euro l'anno, saranno immediatamente assegnati ai pensionati per ripagarli delle vessazioni che hannpo subito in questi decenni dalo stato ingrato e patrigno.